È quasi ora di cena, a casa Google. La signora Anna, regina del focolare, in cucina armeggia con pentole e utensili vari. Tra questi il suo tablet Android. Tra poche ore Giorgio arriverà affamato, ma quanta besciamella va nella sua pasta al forno preferita? Anna ha le mani impegnate e così, scandendo bene le parole, dice ad alta voce: “Ricetta lasagna vegetariana”. La ricerca vocale del suo tablet si attiva, e in un lampo la ricetta compare sullo schermo. Anna procede, indaffarata, e finalmente ordina al tablet: “Imposta timer forno tra 30 minuti”. Soddisfatta sorride: stavolta non lascerà bruciare la sua mitica pasta al forno!
Nel frattempo, in salotto, il marito Carlo imposta la chiavetta che ha appena comprato, quella con quel nome difficile che gli ha suggerito Massimo. Come gli ha spiegato il suo amico, appassionato di tecnologia, collegando la chiavetta alla sua tivù (senza fili!), potrà vedere sullo schermo della televisione tutto quello che compra o noleggia dal Google Play Store sul telefono. Quindi canzoni, film e, gli ha detto Massimo che è sempre super aggiornato, da poco anche libri, riviste e quotidiani.
La figlia Vittoria è in camera sua, e mostra preoccupata il vestito verde all’amica Federica, in video conferenza con Google Hangout. “Cosa ne pensi per la festa di sabato? Che scarpe posso abbinarci secondo te?”. Dopo che l’amica si offre di accompagnarla a fare shopping in vista dell’evento, la saluta e si affretta a mettere in agenda sul suo telefono l’appuntamento dal parrucchiere che ha preso poco prima. Non che possa dimenticarsene, ma così Google Now le ricorderà l’appuntamento e l’avviserà all’ora a cui deve partire in macchina, indicando il percorso e calcolando la situazione del traffico tra casa e il parrucchiere. “C’è sempre una tale confusione il venerdì pomeriggio”, pensa. E non ha certo tempo da perdere. Deve finire quel progetto con Paola quanto prima. Vittoria si mette al computer, entra nel suo archivio di documenti online Google Drive e apre il documento che ha condiviso con la collega. Parole nuove si stanno componendo sul foglio Word. Toh guarda, Paola ci sta lavorando proprio in questo momento.
A Linate, Giorgio è appena atterrato da Lisbona. Non vede l’ora di mangiare le lasagne vegetariane, le sue preferite, che la madre gli ha promesso per cena. Guarda il telefono per vedere l’ora. Il suo smartphone ‘intelligente’, oltre al fatto che sono le 19 e 25, gli dice anche che la valuta locale è l’euro e i cambi di oggi con le monete estere, gli mostra la mappa del luogo in cui si trova e si offre di tradurre l’italiano dal portoghese. Quante volte ha fotografato i menu dei ristoranti a Lisbona, i primi giorni dell’Erasmus, e usato Google Translate per capire cosa mangiare e per comunicarlo ai camerieri! Ora, almeno per un po’, la funzione non gli servirà. “Che bello tornare a casa”, pensa.
Anna, Carlo, Vittoria e Giorgio sono una famiglia di fantasia, ma la Google House è realtà. Il colosso di Mountain View l’ha ricreata a New York, Londra e Parigi e anche a Milano, in una tranquilla zona residenziale, “per mettere in mostra concretamente servizi e tecnologie – dichiara Google in una nota stampa – sviluppati per rendere la vita delle persone più semplice, partendo da contesti d’uso quotidiani, in grado di dimostrare come la ‘casa del futuro’ sia già di fatto una realtà”. Ogni incognita, dubbio, o inconveniente di turno, nella casa ‘smart’ trova risposta grazie alle applicazioni Google. E se uno dei personaggi avesse un iPhone o un iPad della ‘grande nemica’ Apple, invece che uno smartphone con il sistema Android di Google, potrebbe più o meno fare le stesse cose, gli basterebbe scaricare le applicazioni necessarie.
È davvero la casa dei sogni? Dipende dalla capacità di conviverci. Perché è vero che queste tecnologie offrono innumerevoli opportunità, ma è vero anche che basta una sotto-funzione non selezionata, una parola pronunciata male (ad esempio “informazioni” invece di “indicazioni” stradali), e l’app fa flop.
Con le istruzioni giuste e un po’ di pratica, però, è probabile che in futuro tutti vedano la propria vita quotidiana riformularsi in funzione di Google. In cucina, in soggiorno, nello studio e il lavoro, nei viaggi e nel tempo libero, tutto sarà scandito dalla grande ‘G’. E se, finora, la Google House non ha avuto una stanza da bagno, però, prima o poi, da Mountain View giungerà anche un’app per suggerire il timing del lavaggio dei denti. E magari, prima o poi, Google entrerà anche in camera da letto. Con Google Now si evita già di arrivare in anticipo calcolando orari e traffico. Magari, in futuro, Google, renderà le donne più felici. Evitando ai maschietti un ‘anticipo’ di un altro genere.