In un contesto congiunturale fragile e complesso, in cui si è dovuta registrare una crescita inferiore alle attese anche nelle cosiddette developing economies, la moda maschile italiana debutta alla manifestazione fiorentina Pitti Uomo 85 (7-10 gennaio). Su una superficie totale di 59mila metri quadrati le più importanti aziende di menswear presentano le collezioni di 1.047 marchi, cui vanno ad aggiungersi le 73 collezioni donna protagoniste a Pitti W. Con un focus deciso sull’internazionalità, confermato dalle partecipazioni estere – quasi il 40% delle aziende di questa edizione, da oltre 30 Paesi – e dal pubblico dei buyer che formano la community di Pitti Uomo – oltre 30.000 visitatori all’ultima edizione invernale – in rappresentanza di tutti i negozi e department store più importanti del mondo. Ospite speciale di Pitti è Diesel Black Gold disegnata da Andreas Melbostad.
Quanta musica vive dentro la moda? E quanta moda nella musica? “Con Rock me Pitti, tema di Pitti Uomo 85 – dice Agostino Poletto, vice-direttore generale di Pitti Immagine – Pitti introduce idealmente una monetina dentro un luccicante jukebox che produce suoni, parole e immagini, idee, spettacolo ed emozioni, business e creatività. Per fare con la musica quello che da sempre fa con la moda: scegliere il meglio, il più nuovo, il più interessante e rileggerlo con il suo stile, offrendo una dimensione di piacere e intrattenimento ai suoi visitatori”. Durante i giorni della manifestazione, tutto il salone, dai padiglioni ai singoli stand fino al Piazzale Centrale della Fortezza da Basso, si animeranno di performance e installazioni, di immagini e oggetti di culto che al mondo della musica si riferiscono.
Secondo le stime elaborate da Sistema moda Italia, il settore (abbigliamento uomo) dovrebbe archiviare il 2013 in area positiva, ma su livelli di turnover di poco superiori a quelli raggiunti nel 2012. Il fatturato dovrebbe, infatti, assistere ad una crescita contenuta dell’1%, sperimentando una decelerazione rispetto al ritmo del 2012, e portandosi, dunque, a poco più di 8,6 miliardi di euro. Per i dodici mesi si stima una crescita delle vendite estere totali pari al +3,7%, corrispondente a 5,2 miliardi di euro. L’import, invece, è rimasto ancora interessato da una flessione (pur in progressiva decelerazione in corso d’anno), il che porta a prevedere per il gennaio-dicembre un decremento pari al 4,9%, per un totale di quasi 3,4 miliardi.