Richemont chiude il terzo trimestre 2009 segnando un più 2%. Sembra essere terminato l'annus horribilis del numero due mondiale del lusso -proprietario di Cartier, Van Cleef & Arpel, Piaget, Jaeger-LeCoutre, Lancel e Montblanc- con una crescita nel mese di dicembre del 12%.
Il gruppo svizzero ha sofferto maggiormente rispetto ai competitors francesi come LVMH (VUitton, Givenchy, Tag Heuer) e PPR (Gucci, Yves Saint Laurent, Boucheron) perché più sbilanciato verso l'orologeria e gioielleria: due dei settori più colpiti dalla crisi finanziaria.
Ma siamo ancora lontani dall'euforia poiché la crescita è stata segnata essenzialmente dall'Asia (+25%); ancora in negativo invece il mercato europeo (-4%), quello americano (-2%) e quello giapponese (-12%). E proprio la Cina potrebbe diventare la terra di conquista di Cartier: la marca faro di Richemont. Bernard Fornas, presidente della maison, ha infatti dichiarato che di voler aumentare in 4 anni il numero delle boutique dirette di 23 unità: raggiungendo quota 55.