Vicenza terra dell'oro, ma in cerca di rilancio. Rispetto alle trasformazioni in corso in tutti i distretti italiani, alcuni settori dell'oreficeria sono già competitivi e in linea in termini di design, marketing, innovazione. Altri invece presentano condizioni di partenza specifiche, più sfavorevoli (lavorazioni a minor valore aggiunto, orientate alla quantità più che al pregio intrinseco, perdita delle quantità per le difficoltà sul mercato americano, scarsa predisposizione al marketing, sottocapitalizzazione, gestione aziendale familiare) e quindi più critiche. Ma anche per questi ci sono importanti margini di recupero.
E la ricetta per sostenere la competitività del gioiello arriva dal piano in 4 mosse presentato dal presidente dell'Ipi Riccardo Gallo: mantenimento dell'attuale modello produttivo (gioielli tradizionali), ma organizzazione in rete e consorzi, sull'onda di quanto propone il progetto Industria 2015, con un marchio comune; sostegno mirato e assistenza del sistema bancario; realizzazione di un'attività incentivata in un parco design in Cina, nel quale recuperare la dimensione quantitativa e perfezionare un'alleanza strategica per l'approvvigionamento dell'oro.
«Il made in Italy, ha spiegato il presidente dell'Ipi intervenendo ad un convegno a Vicenza, deve diventare nel futuro un modo di produrre capace di tenere insieme qualità, innovazione, gusto, marketing, capacità industriali e artigianali. Una filiera organizzativa dove ci sia posto anche per integrazioni tra diverse imprese, network di lungo periodo che riguardino rapporti commerciali sia a monte, dal lato dei fornitori, sia a valle con i clienti. In quest'ottica, il settore dell'oro, ha concluso Gallo, deve completare il suo allineamento alle trasformazioni in corso negli altri distretti italiani».
Estratto da Finanza&Mercati del 18/01/08 a cura di Pambianconews