Stato di fibrillazione generale in tutte le fiere della moda. Persino la fiorentina Pitti Immagine non può fare a meno di dichiararsi preoccupata, anche se con il consueto tono diplomatico, non essendosi la magistratura ancora pronunciata sul dissequestro dei padiglioni non a norma della Fortezza da Basso. «Speriamo che avvenga presto, ma si tratta solo delle strutture temporanee, spiega l'amministratore delegato Raffaello Napoleone (nella foto), tanto che l'attività si sta svolgendo normalmente. C'è ancora tempo per risolvere tutto e non abbiamo mai avuto né espresso intenzione di traslocare con le nostre manifestazioni uomo in qualche altra città».
Intanto, a Milano, dove sono concentrati i saloni del prêt-à-porter donna, la riflessione sulle location vede in prima linea anche l'Unione del Commercio, che attraverso ExpoCTS organizza MilanoVendeModa. Come spiega Simonpaolo Buongiardino, vice presidente impegnato nella gestione: «È sempre stato difficile trovare una sistemazione soddisfacente per la moda, che ha l'esigenza di essere diversa, inconsueta, in luoghi insoliti. La Fiera ha sempre scontato, invece, la sua prevedibilità e la nuova, bellissima sede di Rho-Pero è addirittura meno adatta di quella precedente perché offre grandi superfici tutte uguali dentro cui ritagliare piccoli stand».
Oltre al polo esterno, resta poi quello «city», interno: il Portello. 28mila metri quadrati che l'amministratore delegato di Fiera Milano, Claudio Artusi, ha definito definisce «troppo grande per assolvere alla vocazione di incubatore o di spazio peculiare per eventi speciali con costi di funzionamento clamorosamente incoerenti con in ricavi». Tradotto: costa molto, rende poco.
Eppure, nel progetto di riqualificazione dell'area Garibaldi-Repubblica è prevista la costruzione di uno spazio espositivo di 20mila metri quadrati. Realisticamente non dovrebbe essere ultimato prima del 2011, voci pessimistiche dicono 2012, vista la complessità dell'intero progetto e i tempi, tutti italiani, dei permessi. Quello che è certo, è che il recupero di un intero quartiere nel cuore di Milano ma anche utile collegamento tra due stazioni, Porta Garibaldi e la Centrale, deve essere inserito in un piano organico.
Estratto da CorrierEconomia del 19/03/07 a cura di Pambianconews