Oggi il problema principale è «cambiare pelle». Non ha esitazioni Claudio Orrea (nella foto), presidente e amministratore delegato di Tessilform, l'azienda che controlla il marchio Patrizia Pepe disegnato dalla moglie Patrizia Bambi. «Quando l'azienda si sviluppa velocemente bisogna adeguarsi e più il titolare è bravo a delegare più si cresce. Perché nell'abbigliamento sono diecimila i fattori da tenere in considerazione, e tutti possono mettere a rischio un capo».
L'anno scorso Patrizia Pepe ha superato 100 milioni di euro di fatturato con un aumento di oltre il 17% rispetto al 2005. Il margine lordo è stato di 48,7 milioni e l'ebitda ha raggiunto il 14,6%. E per quest'anno le previsioni sono di arrivare a 120 milioni di ricavi. Anche i dipendenti sono cresciuti (del 20%) e oggi sfiorano i 250.
L'obiettivo è consolidare un posizionamento verso l'alto: per fine anno sono in arrivo le collezioni, un passo avanti in direzione del pret-à-porter. «Finora abbiamo lavorato per lo più nel pronto moda, ora stiamo preparando delle collezioni che presenteremo negli stessi tempi degli altri. Sarà un segno importante per il mercato, sostiene Orrea, perché fare la sfilata dà una percezione dei prodotti e del marchio con un maggior valore aggiunto» aggiunge.
Ma il futuro passa dai mercati stranieri: assenti per ora dagli Stati Uniti, lo sbocco principale è la Germania (8%), insieme a Cina (8%) e Russia (7%). Ma anche la Francia si è rivelata una «piacevole sorpresa», tanto che quest'anno è in programma l'apertura di altri due negozi a Parigi e uno a Cannes. Nuove aperture anche a Milano, a Capri, a Dubai, a Mosca, dove i punti vendita saliranno a sette, come in Giappone. Consistente la presenza in Cina, «un mercato che funziona, sottolinea Orrea, tanto che stiamo chiudendo una joint venture, a maggioranza nostra, con un partner locale».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 3/03/07 a cura di Pambianconews