Inverni più caldi e maggiore resistenza dei filati. Così scendono i consumi di calze e collant. Castel Goffredo, da cui proviene il 60% della produzione europea e circa il 30% di quella mondiale, si deve confrontare con un mercato che cambia. E non solo in Italia. Secondo un'analisi condotta dal Servizio studi e ricerche di Banca Intesa su dati Istat, al calo dei consumi interni si affianca infatti una stagnazione comune a tutti i mercati dei paesi a reddito elevato, su cui è concentrato l'export mantovano. Maggiori opportunità di crescita per il prodotto italiano sono presenti su alcune realtà più lontane (come la Russia), verso le quali le imprese castellane hanno in parte riorientato i propri sforzi.
Per far fronte alla difficile panorama competitivo sta emergendo la tendenza ad internalizzare più fasi del ciclo produttivo, dal momento che diminuiscono le imprese che si occupano di una sola fase e aumentano quelle che ne gestiscono da due a quattro. Dal punto di vista del sistema distrettuale, ciò ha comportato una crescita delle dimensioni medie e soprattutto della concentrazione delle imprese.
Le imprese di Castel Goffredo, inoltre, stanno progressivamente ampliando il loro target di clientela e coprendo sempre di più tutte le fasce di prodotto. Le strategie vincenti, tuttavia, sono solo in parte legate agli aspetti produttivi o logistici. Si stima che tra il 40% e il 60% del valore del bene sia prelevato dalla distribuzione, il cui controllo per i produttori sta diventando sempre più cruciale. Solo le imprese di maggiori dimensioni sono tuttavia in grado di catturare tutto o parte di questo valore, presidiando in maniera forte i mercati di sbocco attraverso la realizzazione di catene di negozi specializzati di proprietà o in franchising (Calzedonia con Intimissimi, Calzedonia e Tezenis, Golden Lady con Goldenpoint e, recentemente, Pompea con Pompea no stress).
Estratto da Finanza&Mercati del 16/05/06 a cura di Pambianconews