«Alla vigilia del Salone del mobile ero cautamente ottimista. Adesso sono ottimista e basta». Ne ha motivo Roberto Snaidero, presidente di Federlegno-Arredo: visitatori in aumento di oltre il 10%, a quota 190mila, di cui più della metà stranieri. «Tanti e, quel che più conta, con intenti concreti: aprire nuovi rapporti commerciali o confermare quelli di vecchia data. Le nostre aziende hanno saputo tirare fuori gli artigli, come sempre avviene nei momenti difficili, e hanno dato il risultato che mi aspettavo».
La ripresa è già iniziata, dunque?
«Non lo dico io: lo affermano i numeri. Gli indici Istat della produzione industriale mostrano che nel primo bimestre 2004 la produzione di mobili è aumentata del 14,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Anche se nel 2003 sono venuti meno i due grandi mercati tedesco e americano, i nostri imprenditori hanno saputo conquistarne di nuovi, come la Russia».
Osservando i dati Istat, si nota anche che nel gennaio e febbraio di quest'anno l'industria tessile e dell'abbigliamento ha invece perso il 3,7%. Questo significa che il mobile diventa il nuovo protagonista del made in Italy?
«Ma lo è già. Solo che, a differenza della moda, è poco visibile: non ha le luci della ribalta, con sfilate e stilisti, e molti continuano a pensare a noi come falegnami o poco più. Invece, produciamo per 36 miliardi di euro, e il 35% è venduto oltre i nostri confini. L'Italia ha il primato mondiale nell'export del mobile: lavoriamo con 204 Paesi, più di quelli che fanno parte dell'Onu».
Compresa la temuta Cina.
«Che però è un mercato importante. Certo, le aziende devono andare preparate: siamo i più originali, quindi i più copiati. Il deposito del marchio è fondamentale per prevenire il rischio-imitazione. è però una procedura costosa, e questo rappresenta il vero ostacolo, soprattutto per le piccole imprese, cioè la maggioranza del settore».
Come intendete affrontarlo?
«Occorre fare un salto di qualità e ragionare in termini di sistema. Un consorzio tra aziende legato ai distretti – quindi realtà omogenee dal punto di vista produttivo e territoriale – consentirebbe di sostenere meglio gli investimenti richiesti dal mercato globale. E sul versante importazioni, l'etichetta d'origine deve diventare al più presto obbligatoria su ogni prodotto che entra nell'Unione europea».
E per l'estero, quali sono le vostre strategie?
«Insieme all'Ice abbiamo individuato i Paesi su cui concentrarci: le aziende di Federlegno-Arredo esporranno quindi a New York il mese prossimo, per cogliere la ripresa del mercato americano. Poi sarà la volta di Shangai, Tokio e, a novembre, Mosca».
Estratto da Il Giornale del 23/04/04 a cura di Pambianconews