Nella settimana delle sfilate milanesi le scarpe Jimmy Choo arrivano sulle vetrine del nuovo flagship store che il gruppo inglese inaugura oggi in via San Pietro all'Orto nel quadrilatero della moda. Il marchio è un mix fra le creatività malese della famiglia Choo e l'intraprendenza della miliardaria fashion victim Tamara Yeardye Mellon e ha avuto una crescita esponenziale, non solo nelle vendite ma anche nella notorietà. Il marchio attira l'attenzione di Robert Bensoussan che nel novembre 2001 compra il 51% della società fondata dalla famiglia Yeardye valutata al tempo della vendita circa 21 milioni di sterline. Nello stesso anno mette le mani sulle azioni ancora detenute nella società dallo stilista malese attraverso il fondo Equinox Luxury Holdings (nato dalla partnership con Phoenix Equity Partners) di cui Bensoussan è chairman e amministratore delegato. La Mellon resta presidente della Jimmy Choo, mentre Bensoussan ne diventa il direttore generale con il compito di lanciare il brand a livello globale. Da allora, sono stati garantiti alla società i fondi per crescere e aprire nuovi punti vendita in tutto il mondo per ampliare il network di monomarca che attualmente conta 12 vetrine.
L'ultima in ordine di apertura è quella milanese, ma nell'agenda della società c'è anche una nuova boutique a Londra, poi a Manchester, Parigi, Houston e due a New York, oltre a due franchising a Dubai e Mosca. «L'obiettivo, spiega Bensoussan a Finanza&Mercati, è quello di arrivare entro il 2005 a 25 flagship store, raddoppiando il fatturato che oggi si aggira sui 45 milioni di euro». «Stiamo pensando di estendere il marchio a una linea di piccola pelletteria, spiega ancora il ceo di Jimmy Choo, e di darlo in licenza anche per la produzione di una linea di occhiali. Fra le novità ci sarà anche una nuova gamma di cosmetici e creme per le gambe e la cura dei piedi con un marchio riconducibile al gruppo».
Ma su una possibile quotazione in Borsa del gruppo, Bensoussan glissa: «Quotarsi? L'ipotesi non è da escludere ma è ancora presto per decidere di fare questo passo. Come Equinox stiamo però valutando nuovi investimenti che prevedono nel breve e medio periodo operazioni in Gran Bretagna, Stati Uniti e anche in Italia». Pur dichiarandosi fermamente una casa di moda britannica, in realtà Jimmy Choo fa produrre tutti le scarpe e gli accessori in Italia, in Toscana, Lombardia e Veneto. Ora sbarca a Milano puntando a fare concorrenza a Gucci e Prada. La sfida è ambiziosa perché, aggiunge Bensousson, «vendere le scarpe agli italiani è un po' come vendere frigoriferi agli eschimesi».
Estratto da Finanza&Mercati del 25/09/03 a cura di Pambianconews