L'appuntamento è fissato martedì 30 settembre al quartier generale di via Manzoni a Milano della Gianni Versace. In quella data sarà presentato al board l'atteso piano 2003-2005 per la ristrutturazione e il rilancio della griffe con il marchio della Medusa. Un piano che porta la firma del superconsulente nonché consigliere delegato Fabio Massimo Cacciatori, assistito dall'avvocato Riccardo Rossotto. E che sta recependo proprio in questi giorni il contributo di tutto il cda, allargato due mesi fa anche al patron di Luxottica Leonardo Del Vecchio. Poderoso taglio dei costi, riorganizzazione della rete logistica e distributiva, allargamento delle collezioni e ampliamento delle licenze per assicurare i flussi di cassa: sono queste le misure per riportare in pareggio il bilancio 2004 della Maison, che tornerà a generare utili l'anno successivo.
Il Mondo è in grado di anticipare le linee guida del progetto: il road show con banche e investitori è previsto per ottobre. Con un'importante novità: la trasformazione in holding della Gianni Versace spa e la divisionalizzazione di tutte le attività. La fase due del progetto dei consulenti chiamati a maggio dai fratelli Santo e Donatella Versace partirà tra dicembre e gennaio. Cioè quando Cacciatori e Rossotto, a ristrutturazione avviata, inizieranno il primo round di trattative con le banche che hanno sempre sostenuto la crescita dell'azienda: in particolare Intesa, Unicredito e Antonveneta. L'obiettivo è negoziare un finanziamento di circa 110 milioni di euro sotto forma di prestito sindacato o di nuova emissione obbligazionaria. La provvista servirà a ripagare il bond Morgan Stanley di 100 milioni (scade a luglio 2004) e sostenere il piano industriale.
La prima fase della riorganizzazione è già stata avviata con il taglio del 35 % dei costi, pari a 8 milioni di dollari, nella struttura Usa. Altri 50 milioni di euro di risparmi in 12 mesi sono attesi sugli altri mercati con la concentrazione dei negozi di proprietà solo nelle grandi capitali e il ricorso a franchising e negozi multimarca. Un ruolo chiave avrà la nuova holding con la proprietà di marchi e licenze (oggi valgono 140 milioni) che saranno ampliate ai settori non core, un ruolo progettuale per lo stile, il re-engineering dei processi e il marketing. Sarà rivista dal profondo anche l'area stile, sempre in mano a Donatella ma con l'inserimento di team di coordinamento (le responsabili Maria Seria e Caterina Salvador arrivano da Hugo Boss) per avvicinare il prodotto al mercato e arricchire e valorizzare le collezioni.
Estratto da Il Mondo del 19/09/03 a cura di Pambianconews