«Anche in presenza di una ripresa sostenuta, risultati positivi risulteranno visibili soprattutto nei dati medi annui del 2003». All'assemblea ordinaria di Sistema moda Italia (1.600 associati, cioè l'80% del totale, con 37,4 miliardi di euro di fatturato), che ha rieletto Vittorio Giulini alla presidenza per altri 4 anni, la congiuntura viene però snobbata a favore della cultura: anche se nel parterre dell'assise non sono pochi gli imprenditori che parlano della «situazione più grave mai vissuta» dalla loro azienda.
Giulini affida le previsioni alla nota sull'andamento del settore, che parla di «margini di incertezza ancora consistenti», alla luce tra l'altro del trend che ciascuna azienda sta vivendo, «estremamente diversificato, non solo in funzione delle dimensioni d'impresa, ma anche in base al mix di prodotti, mercati e distribuzione».
Nonostante gli imprenditori del comparto continuino a stare con il fiato sospeso, il 2001 è riuscito a consolidare i buoni risultati dell'anno precedente. Il fatturato è cresciuto dell'1,5% a quasi 48 miliardi di euro, ma è rallentato vistosamente rispetto al +5,7% del 2000; l'export ha dimezzato la sua corsa dal +14,8% del 2000 al +7% del 2001, sfiorando i 29 miliardi di euro; nel contempo, è in forte frenata anche l'import, da +19,1 a +7,4%, a quota 14,1 miliardi di euro, tanto che il saldo attivo della bilancia commerciale mette a segno un rialzo del 6,7% a 14,8 miliardi di euro. In calo “controllato” pure l'occupazione: -0,3% a 684mila unità.