«Il 2001 è stato un anno difficile. Ma dai primi dati che abbiamo a disposizione possiamo dire che il 2002 invertirà questo trend». Così Thierry Andretta, nominato amministratore delegato della Belfe all'inizio dell'anno, spiega la situazione dell'azienda di Marostica (Vicenza) che è pronta a cambiare pelle. L'esercizio 2001 si è infatti chiuso con vendite per 77 milioni di euro, in calo del 4,94% rispetto agli 81 milioni di euro del corrispondente periodo 2000. E lo scorso anno è stato archiviato anche con perdite per 9 milioni di euro, di cui circa 4 mln derivanti da poste straordinarie. Ma ai blocchi di partenza è già pronto un piano di restyling, volto a dare ossigeno ai conti aziendali.
Con un fatturato totale diviso tra Belfe (70%), Post card (20%) e le brand prodotte in licenza (circa il 10%), la società vicentina investirà grandi energie sullo sviluppo dell'etichetta ammiraglia. «Abbiamo grandi progetti per Belfe», ha poi detto Andretta, «che vogliamo riposizionare potenziando il suo c�té più fashion. Svilupperemo anche Post card che a oggi è distribuita in circa 400 punti vendita, di cui 200 all'estero (il business straniero rappresenta circa il 70% del fatturato dell'etichetta, ndr). Continueremo a far crescere il marchio negli Usa, dove questa linea ha un'immagine d'élite. Siamo già presenti in numerosi department store di alto livello, come Bergdorf Goodman a New York, ma vogliamo crescere ancora. In Europa, invece, ci concentreremo su alcuni paesi, in particolare quelli di lingua tedesca», ha aggiunto, «come Germania e Svizzera. Ma abbiamo plan di crescita anche per la Francia».