Il gruppo Albini, tra i maggiori produttori europei di tessuti per camicia, ha chiuso il 2017 con 149,5 milioni di fatturato, in crescita dell’1,5% rispetto ai 147,2 del 2016. Al risultato di crescita complessiva hanno contribuito le due società I Cotoni di Albini e Albini Energia che hanno registrato entrambe incrementi a due cifre. Tra le collezioni proposte, performance positive provengono da Albini donna, collezione dedicata all’abbigliamento femminile, e dal rinnovamento di tre linee dei Pronti: Gold Line, Silver Line, Thomas Mason Bespoke.
Il 70% del fatturato arriva dall’export: “Con riguardo ai singoli mercati – spiega il nuovo presidente del Cotonificio Albini, Stefano Albini, nominato dopo la prematura morte di Silvio Albini – ottimi risultati provengono da Francia, Spagna, Est Europa e Paesi Scandinavi, ma anche l’Italia ha tenuto bene. Da sempre dedichiamo grande attenzione agli sforzi commerciali e l’ampliamento dell’ufficio di New York appena concluso ne è testimonianza”.
Sul fronte degli investimenti, verranno destinate nuove risorse al miglioramento degli impianti produttivi, in particolare alla fase di tessitura nello stabilimento di Albino (BG), e al digitale per la personalizzazione degli ordini tramite il progetto “Fabric Butler”, una app che permette di farsi realizzare la camicia su misura scegliendo i tessuti preferiti tra le collezioni Albini e inviando direttamente l’ordine al proprio sarto di fiducia o a quello più vicino, individuato grazie al “sarto locator”.
Infine, sul tema della sostenibilità, il Gruppo Albini segnala che la media dei risparmi annuali si è attestata a 2.300 Tep, 8 milioni di Kwh elettrici, 6.000 tonnellate di Co2, 46.000 m³ di acqua e 1,3 milioni di metano. Il gruppo, dallo scorso dicembre, fa parte di Better cotton initiative, un’organizzazione no-profit che punta a rendere la produzione di cotone migliore per le persone e per l’ambiente.