La formula franchising tiene il passo. Nel 2017 i negozi in affiliazione commerciale, secondo il report dell’Osservatorio Federfranchising Confesercenti, diffuso in occasione dell’assemblea annuale 2018, ha registrato ricavi complessivi per 24,2 miliardi, in crescita dello 0,9% rispetto all’anno precedente. Nello specifico, i franchisor attivi in Italia sono stati 977 (+2,7%), mentre il numero di imprese franchisee affiliate ha raggiunto quota 51.260 (+1 per cento). Buone le performance anche dei franchisor italiani all’estero: le insegne che hanno almeno un punto vendita fuori confine sono 200, in aumento dell’8,7% rispetto al 2012. Anche le prospettive del settore sono rosee. La progressiva ripresa dell’economia, infatti, dovrebbe accelerare l’estensione delle reti italiane, che nel 2021 dovrebbero superare i 25 miliardi di fatturato, le mille insegne e i 53mila negozi in affiliazione.
Tra gli oltre 51mila negozi di franchising attivi nel nostro Paese, si legge nella nota divulgata dall’Osservatorio, la maggior parte appartiene alle macro categorie commerciali dei servizi che costituiscono il 43% del totale. Seguono il commercio di prodotti No Food (40%) e il Food (17%), che pur rappresentando una quota ancora contenuta di imprese manifesta una propensione alla crescita molto significativa: cinque anni fa, infatti, le imprese della ristorazione ed i pubblici esercizi del franchising costituivano appena il 13% dell’affiliazione. Nel No food va sottolineato che sono i negozi di abbigliamento a costituire la parte più consistente (52 per cento)”.
“Come dimostra puntualmente, il franchising è il settore di commercio e servizi che ha le maggiori chance di crescita”, ha spiegato il presidente di Confesercenti Patrizia De Luise. “Uno sviluppo che, per forza di cose, avrà sempre più a che vedere con le moderne tecnologie: web, cloud, ma anche big data e automazione”.