Burberry crolla in Borsa sulla scia di risultati trimestrali deludenti. La fashion house inglese ha chiuso il terzo trimestre fiscale con ricavi in calo del 2% a 719 milioni di sterline (circa 810 milioni di euro), penalizzato dal calo dalle vendite in Europa e nel Regno Unito, dove lo scorso anno aveva beneficiato della sterlina debole e della crescita dello shopping dei turisti. A parità di perimetro, nei tre mesi al 31 dicembre scorso le vendite hanno segnato un +2%, al di sotto del +4% atteso dal consensus Bloomberg, e risultato di una progressione mid-single digit dell’Asia-Pacifico e della Cina Continentale, di una “lieve flessione” della performance dell’area Emea e della crescita low-single digit del mercato americano. “Questo trimestre debole – ha dichiarato Rogerio Fujimori, analista di Rbc, in una nota – non sorprende se si considerano la situazione particolarmente difficile del mercato inglese e la fase di transizione che Burberry sta attraversando”.
Il CEO della griffe Marco Gobbetti ha spiegato come Burberry stia portando avanti il piano strategico annunciato lo scorso novembre, pronto a spostarsi in una fascia più alta di mercato. Il progetto implica una revisione della distribuzione (con il taglio dei riveditori non-luxury), una semplificazione nei range di prodotto e investimenti nel digitale. Per il fiscal year 2019 e 2020, il gruppo si aspetta ricavi e adjusted operating margin stabili a parità di valute. Il gruppo prevede inoltre un taglio dei costi pari a 60 milioni di sterline nel corso del 2018. “Stiamo facendo dei buoni progressi, incorporando la nostra visione strategica nell’organizzazione dell’azienda, e siamo in linea per raggiungere gli obiettivi fissati per l’ntero anno. Stiamo gettando basi solide e siamo concentrati sul piano pluriennale che posizionerà Burberry nel segmento lusso e genererà valore nel lungo termine”, ha dichiarato Gobbetti.
In mattinata, il mancato ritorno alla crescita e le prospettive di stabilità hanno portato il titolo della società a perdere quasi otto punti percentuali alla Borsa di Londra.