C’erano una volta i giornali. Poi questi giornali hanno provato a utilizzare il proprio pubblico per vendergli prodotti di moda, pensando che un sito internet bastasse a fare e-commerce. Oggi, gli editori prendono atto che l’esperimento è fallito: occorrono strade assai più articolate per fare business online. Nel dossier in uscita sul nuovo numero di Pambianco Magazine, si fa il punto sulle tattiche del commercio online da parte delle case editrici, con un focus particolare su quelle italiane. Il modello più semplice, e meno dispendioso, è quello dell’affiliazione, ovvero della partnership con portali generalisti – Amazon su tutti – che collegano tramite link articoli e relativi prodotti. Chi ha tentato di andare oltre a questo modello, però, non è stato premiato: si pensi a Style.com, storico portale di Condé Nast America convertito in e-commerce di lusso nel settembre del 2016, e poi repentinamente chiuso. Ma anche al caso di Mondadori e di Rcs, i cui progetti moda (rispettivamente Grazia Shop e Io Donna Store) non risultano più attivi.
Nelle interviste a Marco Formento (Condé Nast Italia), Michela Colamussi (Corriere della Sera) e Biagio Stasi (Hearst) sono emerse strategie diverse per monetizzare i contenuti. Strategie che passano dai servizi per i clienti e dall’utilizzo di influencer, a un focus spiccato sui viaggi (come nel caso del Corriere, che ha lanciato la sezioni ‘Viaggi’, con tour organizzati dai giornalisti stessi) fino all’affiliazione più strutturata.
E anche le case di moda tentano di ragionare in quest’ottica: il successo passa dalla capacità di offrire contenuti anche per chi, come Lvmh, si lancia, 17 anni dopo il primo tentativo alla conquista del web col portale in house Sèvres 24.
L’approfondimento completo è disponibile sul cartaceo e nel pdf online.