Terzo trimestre in crescita per Puma che rivede nuovamente al rialzo le stime per l’intero esercizio fiscale. Il gruppo dello sportswear, in orbita a Kering dal 2007, ha infatti chiuso il terzo quarter del 2017 con vendite consolidate in crescita del 17%, a quota 1,12 miliardi di euro e un ebitda in aumento da 60 a 101 milioni, numeri che hanno portato ottimismo rispetto alla performance dell’intero anno, quando le vendite dovrebbero segnare una progressione del 14-16 per cento. Le stime precedenti, diffuse lo scorso luglio, parlavano di una crescita del 12-14%, migliore, a sua volta, dell’aumento low-single digit ipotizzato ad aprile.
Fondata nel 1948 a Herzogenaurach, in Germania, Puma produce abbigliamento e accessori per il football, il ranning, training, golf e motorsport, con prodotti distribuiti in 120 Paesi. Da diversi anni, l’azienda è protagonista di voci che la vorrebbero prossima alla cessione da parte di Kering, ipotesi di volta in volta smentite da François-Henri Pinault. Dallo scorso aprile, tuttavia, il numero uno del colosso del lusso non fa più parte del consiglio d’amministrazione di Puma, in cui copriva la carica di vicepresidente, uscita che ha riacceso le speculazioni. È delle scorse settimane, a questo proposito, un report di Bernstein secondo il quale, invece di cedere Puma, Kering potrebbe iniziare a disinvestire distribuendo quote del brand ai suoi azionisti, come accaduto in passato con Fnac. La cessione non sarebbe dunque prioritaria per il colosso francese, viste la possibilità di fare cassa grazie al successo di Gucci e le potenzialità di marchi già in portfolio, come Yves Saint Laurent e Balenciaga.