Si abbassa il differenziale dei prezzi del lusso tra Cina ed Europa. A riferirlo è un’analisi di Deloitte, diffusa dal Finanicial Times, che evidenzia come il divario si sia ridotto di circa un quarto negli ultimi dodici mesi, con i beni di lusso che oggi costano il 32% in più nell’Ex Celeste Impero rispetto, ad esempio, al mercato francese, contro il +41% di un anno fa.
Ai consumatori cinesi fa oggi capo quasi un terzo degli acquisti di beni di lusso nel mondo, numeri che li rendono un target cruciale per le griffe di settore. Se, in passato, questi consumatori compravano fuori dai confini domestici, con Parigi tra le destinazioni europee di shopping predilette, ora tornano a crescere le spese nel mercato cinese, con differenze di prezzo che si sono via via ridotte su circa 2mila prodotti di alta gamma. L’analisi di Deloitte evidenzia come a guidare questa riduzione sia stato il deprezzamento del renminbi cinese rispetto all’euro: se nell’ultimo anno il cambio fosse rimasto invariato, infatti, i beni di lusso costerebbero ancora il 40,5% in più in Cina rispetto alla Francia. Dal canto suo, anche l’e-commerce, canale sempre più importante per le vendite dei player del lusso, ha reso più facile il confronto dei prezzi, al pari del tasso crescente di mobilità delle persone.
Il segmento che ha registrato il livellamento maggiore è quello dell’abbigliamento e delle calzature, che un anno fa costavano il 50% in più. “I prezzi più armonici – si legge sul quotidiano economico – influiscono sulle dinamiche del mercato del lusso e stimolano un ‘reshoring dello shopping’ dei cinesi che, negli ultimi anni, hanno contribuito al rilancio globale del settore. La maison francese Hermès, ad esempio, ha spiegato come l’accelerazione della domanda in Cina abbia trainato il +10,5% registrato dai ricavi in Asia nel secondo trimestre d’esercizio”.