Michael Kors incassa la sfiducia degli analisti e perde oltre il 7% in Borsa. Nella giornata di ieri, infatti, il gruppo di equity research Mkm Partners ha indicato il rating “sell” per il titolo della griffe americana, abbassando il target price a 26 dollari (22,7 euro). Le azioni del brand newyorkese hanno chiuso la seduta in flessione del 7,4% a 33,2 dollari. Secondo quanto riferito alla stampa Usa da Roxanne Meyers, analista di Mkm Partners, Michael Kors potrebbe non essere in grado di rinnovarsi quanto necessario per dare nuovo impulso al business. Uno stravolgimento dell’offerta produttiva potrebbe abbassare i margini operativi della griffe, che inoltre resta ancora fortemente ancorata al canale wholesale: quest’ultimo genera oggi il 39,5% del fatturato (in calo rispetto all’incidenza del 51,5% del 2011) e, secondo le stime di Mkm Partners, manterrà una fetta del 35% nel 2020. A pesare sula performance di Borsa di Kors anche il confronto con Coach, che negli scorsi giorni ha completato l’acquisizione di Kate Spade e si prepara alla creazione di un nuovo polo del lusso a stelle e strisce. “Coach – ha spiegato sempre Roxanne Meyers – ha avviato una trasformazione senza precedenti”, processo che potrebbe mettere il gruppo al riparo “dall’effetto Amazon“. L’advisory ha indicato per il titolo di Coach il rating “buy”.
Michael Kors ha chiuso i dodici mesi al primo aprile scorso con ricavi per 4,49 miliardi di euro (circa 4 miliardi di euro), in calo rispetto ai 4,71 dell’esercizio precedente, e utili in picchiata da 837,7 a 551,5 milioni (-34,1 per cento). Debole anche la performance del quarto trimestre fiscale, con vendite in flessione dell’11,2% a 1,06 miliardi di dollari e una perdita netta di 26,8 milioni contro con l’utile di 176,3 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente. La fashion house guidata da John Idol ha annunciato la chiusura di 100-125 vetrine full price nei prossimi due anni. Al primo aprile scorso i monomarca del brand nel mondo erano 827.