Il Tribunale di Milano ha condannato Mango Italia Srl, nell’ambito della causa promossa da Codacons lo scorso inverno, per comportamento ingannevole nei confronti dei consumatori. In particolare, si legge in una nota diffusa dall’associazione, il Tribunale ha valutato ingannevole la pratica svolta dal brand low cost, consistente nell’apporre, sul cartellino di ciascun capo, un prezzo superiore rispetto a quello originario, così da calcolare la percentuale di sconto su una base maggiore*. Tale condotta, ha affermato il Tribunale di Milano, “appare dunque potenzialmente idonea a incidere sulle scelte di acquisto del consumatore, il quale ove fosse in grado di rilevare la differente indicazione del prezzo normale di vendita orienterebbe diversamente il proprio comportamento commerciale per l’incertezza sulla reale entità dello sconto praticato dalla convenuta”. La sentenza arriva proprio nel pieno periodo dei saldi estivi.
“Sentenza storica, una vittoria per tutti i consumatori”, ha commentato Codacons. “Finalmente è stato posto un limite al comportamento che i negozi di abbigliamento possono adoperare al fine di comunicare gli sconti sui propri prodotti in vendita. Il consumatore deve essere sempre tutelato, con un’informativa corretta e chiara sul prezzo di vendita originario del prodotto, sul quale viene poi applicato lo sconto. Tale sentenza farà scuola, tutti i negozi di abbigliamento dovranno ora informare correttamente i consumatori degli sconti applicati, pena l’essere riconosciuti colpevoli di pratica ingannevole”.
A seguito della decisione del Tribunale, Mango avrà 30 giorni per poter adeguare il proprio comportamento e dare pubblicità al provvedimento giudiziario, a proprie spese, su Il Sole 24 Ore.
*Notizia integrata il 6 luglio 2017 alle ore 11.45
Con una nota, diffusa oggi, l’azienda ha dichiarato che “Mango è in disaccordo con la sentenza seguita all’accusa di Codacons e, conseguentemente, farà appello in quanto convinta che le modalità di etichettatura degli indumenti Mango durante la stagione siano corrette (compresi i periodi dei saldi) e in nessun caso confondono o risultano poco chiari per i propri clienti”.