I principali player del menswear italiano archiviano un 2016 caratterizzato, per lo più, dal segno meno. Secondo uno studio di Pambianco strategie di impresa, ciò è il riflesso, da un lato, del rallentamento generale dell’export del settore, dall’altro, di piani di consolidamento aziendale. Primo player per grandezza è il gruppo Ermenegildo Zegna, che ha chiuso i dodici mesi con un fatturato di 1,156 miliardi di euro, in calo dell’8,3% a cambi correnti, e con una quota export del 90 per cento. Nei primi mesi del 2017, ha spiegato la griffe in una nota ufficiale, Zegna ha però registrato “una positiva inversione del trend”, grazie al crescente gradimento delle collezioni realizzate da Alessandro Sartori e alla ripresa dei mercati cinese, russo, europeo e del segmento travel retail.
Seconda posizione, con un giro d’affari in calo del 2,9% a 216 milioni di euro, per Canali, marchio sartoriale la cui creatività è oggi affidata a un team interno, dopo la fine della collaborazione, ad aprile 2016, con lo stilista Andrea Pompilio. Ha perso invece il 10,3%, scendendo da 144 a 129 milioni di euro, il fatturato di Stefano Ricci, oggi terzo gruppo della moda maschile italiana.
Primo segno più della classifica, al quarto posto, Kiton ha archiviato il 2016 a quota 118 milioni di euro, in progressione del 4% rispetto ai 114 milioni del 2015. Dal canto suo, Corneliani ha registrato una flessione dell’1,1%, con un giro d’affari di 113 milioni. Segue, al sesto posto, Forall Confezioni, cui fa capo il brand Pal Zileri, che si lascia alle spalle un esercizio fiscale di transizione in cui il fatturato è sceso da 103 a 84 milioni di euro. A luglio 2016, Mayhoola Group è salito al 100% del brand di abbigliamento maschile (deteneva il 65% dal 2014). Per guidare il rilancio di Pal Zileri, il gruppo del Qatar, oggi controllante anche di Valentino e Balmain, ha nominato Giovanni Mannucci come AD di Forall Confezioni, con l’obiettivo di inauguare una nuova fase di sviluppo globale.
Chiudono la classifica per grandezza, ma vantano alcune tra le performance migliori, i marchi Lardini, Isaia e Lubiam. Nel dettaglio, il gruppo guidato da Andrea Lardini ha chiuso il 2016 in parità, con un turnover di 73 milioni di euro. Il brand ha da poco inaugurato il suo primo store a Tokyo, monomarca che va ad aggiungersi a quelli aperti in Corea, in Cina e a Milano. È passato da 49 a 56 milioni di euro il giro d’affari dell’azienda napoletana Isaia, che ha messo a segno un +16,1 per cento. Infine, progressione del 6% a quota 51 milioni di euro per Lubiam, il cui fatturato è oggi generato per il 10% dal su misura.
L’approfondimento completo sui principali player della moda e del lusso è pubblicato sul Numero 8 di Pambianco Magazine in edicola questo mese.