Sempre più marchi del lusso unificano le passerelle maschili e femminili. La nuova mappa dei défilé penalizza soprattutto le fashion week dedicate al menswear.
Tempi duri per le edizioni maschili delle fashion week. Continuano a susseguirsi gli annunci delle griffe che scelgono di unificare le passerelle uomo e donna, prediligendo spesso la settimana di sfilate dedicate al womenwear. Sempre più maison, soprattutto a Milano, rinunciano al tradizionale show allestito per ‘lui’ riducendo di fatto le sfilate prêt-à-porter a due momenti all’anno.
LA GENESI
A dare il via al fenomeno è stato Burberry che dallo scorso settembre non si è solo limitato a prediligere il formato co-ed, ma ha anche optato per la formula ‘see now-buy now’. Alla svolta dello storico brand inglese diretto da Christopher Bailey hanno aderito un numero crescente di brand italiani. Primo tra tutti Bottega Veneta che, in concomitanza con il 50esimo anniversario dalla fondazione e i 15 anni di direzione creativa di Tomas Maier, ha presentato le proposte per ‘lui’ e per ‘lei’ in una sfilata evento all’interno della Pinacoteca di Brera nel settembre 2016, formula replicata anche a febbraio per la collezione autunno/inverno 2017-18. Sembra che il Gruppo Kering abbia una spiccata predilezione per la passerella condivisa: dopo Bottega Veneta, anche Gucci e Saint Laurent hanno scelto di seguire l’esempio del marchio veneto. Durante l’ultima tornata di sfilate donna, Alessandro Michele ha presentato insieme le sue collezioni negli spazi del nuovo headquarter milanese di Gucci in via Mecenate. A Parigi, invece, Anthony Vaccarello ha svelato le collezioni autunno/inverno 2017-18 di Saint Laurent nella sede della griffe in Rue de Bellechasse. Dalla primavera/estate 2017 anche lo stilista sardo Antonio Marras ha accorpato menswear e womenswear dando vita a un unico show dal forte impatto teatrale.
NYFW MEN’S: L’ESODO
La Grande Mela ha a sua volta fatto i conti col co-ed a discapito della New York fashion week: Men’s, appuntamento sempre più bistrattato dai marchi affermati. L’arrivo di Raf Simons da Calvin Klein è stato inaugurato a febbraio durante i giorni delle sfilate femminili, quando stampa e buyer hanno acclamato il nuovo corso dello storico brand promuovendo le proposte per entrambi i sessi. Negli stessi giorni, anche Coach 1941 ha mandato in passerella uomini e donne.
GLI UOMINI NON CAMBIANO
Nella sfilata unica, non sempre la donna vince. Una minoranza di marchi ha preferito la settimana della moda maschile a quella femminile. Risultato? Per una volta sono gonne e tacchi a spillo ad abbandonare la consueta cornice di riferimento per approdare sulle passerelle al testosterone. A Milano, la pensano così Dsquared2 e Diesel Black Gold; il brand dei fratelli Caten ha già sperimentato questa formula la scorsa stagione mentre il marchio di Renzo Rosso si appresta a farlo per la prima volta in questa tornata di sfilate uomo. Dalla stagione autunno/inverno 2017-18 anche due storiche maison inglesi, Paul Smith e Vivienne Westwood, preferiscono le fashion week all’insegna della virilità rispettivamente a Parigi e Londra.
NUOVI ADDII
Oltre alle griffe citate, la prossima edizione di Milano Moda Uomo (16-20 giugno) perderà altri tre luxury brand che preferiscono rimandare a settembre le proprie proposte menswear. Per la prima volta Etro, Missoni e Jil Sander non saranno in calendario. Per la Camera della Moda Italiana la sfida è colmare le sempre più frequenti dipartite.
di Marco Caruccio