Topshop Australia è entrata in liquidazione volontaria per aver accumulato, nel corso dei sei anni in cui è presente sul territorio, perdite milionarie. Nei giorni scorsi, infatti, Austradia, franchisee di Topshop e Topman sul territorio, ha incaricato la società di consulenza Ferrier Hodgson di seguire il processo in atto. A rischio, quindi, la chiusura dei nove negozi attivi, cui si aggiungono, a livello di presenza distributiva sul territorio, 17 concessioni all’interno del department store Myer e il canale e-commerce. In Australia, il business genera vendite annuali che si aggirano intorno ai 90 milioni di dollari e occupa 760 dipendenti, il cui posto di lavoro è ora a rischio. Tra le motivazioni del mancato decollo di Topshop sul territorio australiano, gli analisti riportano la marcata concorrenza delle catene lowcost quali Zara e H&M, che concorrono a livello di offerta con Topshop offrendo però prezzi inferiori.
A seguito di ciò, il magnate inglese Philip Green, presidente dell’Arcadia Group, compagnia inglese che controlla Topshop e Topman, starebbe considerando di mettere in atto un tentativo di salvataggio della società australiana. Questo con il supporto di Myer che detiene una partecipazione del 20% in Arcadia.