Con investimenti per 2 miliardi di sterline (circa 2,3 miliardi di euro) e 65 nuove insegne, tra cui New Balance, Nars e Dyson, nel 2016 Londra si è imposta come meta più ambita, a livello europeo, per l’espansione retail. A rivelarlo è il report annuale di Cbre, che precisa come la medaglia d’oro su scala globale spetti a Hong Kong, dove lo scorso anno sono approdati 87 nuovi retailer (complice, probabilmente, anche il calo dei prezzi degli affitti conseguente alla crisi), seguita appunto dalla capitale inglese, da Dubai (59), Doha (58), Tokyo (48) e Singapore (46).
“Il numero record di turisti che visita Londra e beneficia della debolezza della sterlina – ha commentato Hugh Radford, chairman di Cbre London Retail – ha avuto un impatto positivo sulle vendite dei negozi. Tuttavia, i retailer sono sempre più selettivi rispetto alla giusta location e a proprietà che siano in grado di attirare nuovi consumatori”.
Secondo la ricerca, “la maggioranza dei brand che hanno aperto negozi a Londra arriva dagli Stati Uniti, e dimostra come la capitale britannica sia un avamposto per l’espansione in Europa e nell’area Emea”. Seconda città europea d’approdo, settima nella classifica generale, è infine Parigi dove hanno aperto 36 nuove insegne: “La Ville Lumière – si legge nella ricerca – continua ad attrarre retailer per il flusso di turisti che vi transitano e per la stabilità della sua economia. Delle nuove catene arrivate a Parigi, il 33% sono retailer di apparel come Jordan, Rip Curl e Athlete’s Foot, il cui target sono i millennials parigini”.
A livello mondiale, dove nessuna città italiana è entrata nella top 17 di Cbre, l’advisory di real estate evidenzia come il food sia il settore in maggiore espansione a livello retail (22% delle aperture), seguito da brand di abbigliamento specializzati (18%) e insegne di moda di fascia media (17 per cento).