Sono 160 i miliardi di euro che l’industria della moda potrebbe generare da qui al 2030 grazie all’utilizzo di pratiche sostenibili. A dirlo è la prima edizione di “Pulse of the fashion industry”, report realizzato da Global Fashion Agenda, in collaborazione con The Boston Consulting Group, che sarà presentato domani durante il Copenhagen Fashion Summit, evento dedicato alla sostenibilità nel mondo della moda. Secondo l’indagine, che unisce i dati del Sustainable Apparel Coalition’s Higg Index, lo strumento che consente alle aziende di misurare la propria performance in fatto di responsabilità, alle risposte di 90 senior manager, il settore fashion a livello globale raggiunge, in una scala da 1 a 100, un punteggio di 32.
Il dato incrocia i risultati raggiunti dai diversi attori del mondo fashion, dimostrando che la sostenibilità non è una sfida affrontabile solo dai marchi del lusso. A raggiungere il punteggio più alto, infatti, sono le aziende sportswear e fast fashion, contro invece i marchi di piccole e medie dimensioni che raggiungono i punteggi più scarsi, pur rappresentando circa il 50% del comparto.
Migliorare le proprie performance sembra una necessità, considerando che il consumo di abbigliamento e calzature aumenterà dalle attuali 62 milioni di tonnellate a 102 milioni nel 2030, l’equivalente di 500 miliardi di T-shirt, portando a un aumento del consumo di acqua del 50% e a un +60% nella produzione di emissioni di anidride carbonica e di rifiuti. Continuare a seguire un comportamento poco responsabile sul fronte ambientale e sociale, secondo lo studio, avrà un impatto negativo anche sulla marginalità delle aziende, che potrebbero perdere il 3% del proprio ebit margin (pari a un valore di 45 miliardi di euro) da qui al 2030 proprio a causa dei costi sempre più onerosi dell’energia e delle materie prime. Modificare il proprio comportamento, invece, garantirebbe un valore di 160 miliardi di euro in più all’economia globale, dei quali 32 miliardi mantenendo costante il consumo di acqua, 67 miliardi dal controllo delle emissioni di CO2 e 4 miliardi limitando la produzione di rifiuti, per esempio adottando iniziative di riciclo.