La canadese Hudson’s Bay sarebbe alla ricerca di un partner cinese per finanziare l’acquisizione della catena a stelle e strisce Macy’s. L’ipotesi è stata formulata dall’americana Wwd, secondo cui, durante il suo viaggio in Cina dei giorni scorsi, Richard Baker, presidente esecutivo di Hudson’s Bay, avrebbe avuto degli incontri con potenziali investitori dell’ex Celeste impero, la cui identità è attualmente sconosciuta. Per Hudson’s Bay la ricerca di un potenziale investitore è basilare per portare avanti l’operazione, considerato che, secondo gli analisti, la capitalizzazione di mercato di Hudson’s Bay è inferiore a 1,5 miliardi di dollari, rispetto agli oltre 9 miliardi di Macy’s.
Secondo una ricostruzione di Wwd, potrebbero essere cinque i nomi asiatici potenzialmente interessati in questa operazione. Da una parte c’è il gruppo Lifestyle International Holdings che gestisce i deparment store Sogo, dall’altra la famiglia Cheng, attiva nel retal con Chow Tai Fook Enterprises, un colosso di Hong Kong impegnato in una serie di attività che vanno dalle proprietà immobiliari, ai trasporti, telecomunicazioni fino alla gioielleria. Tra i nomi di spicco ci sono anche il gruppo specializzato in real estate Gaw Capital, Fung Retailing che già si occupa del business online di Macy’s in Cina, e Fosun International, una delle principali conglomerate private. Secondo Wwd, se l’operazione con Macy’s non andasse in porto, i manager del gruppo canadese potrebbero concentrare i loro sforzi sui deparment store Neiman Marcus, da tempo nel mirino di Hudson’s Bay e una preda più piccola da conquistare per il colosso canadese impegnato da tempo in operazioni di M&A. Nell’esercizio fiscale 2016 terminato il 30 luglio, Neiman Marcus ha realizzato ricavi per 4,95 miliardi di dollari, (-2,9%).
Ancora non sono trapelate tempistiche certe sulla possibile acquisizione di Macy’s da parte di Hudson’s Bay, ma il deal rientra in un momento storico particolare per le operazioni di M&A da parte di soggetti cinesi. Secondo uno studio condotto dall’agenzia Thomson Reuters, le acquisizioni all’estero da parte di buyer cinesi stanno vivendo una fase di rallentamento dopo due anni record a causa di una serie di politiche più restrittive da parte di Pechino. D’altro canto, gli accordi in Cina stanno aumentando grazie anche a misure che renderanno più semplice per gli acquirenti stranieri sfruttare le potenzialità del mercato cinese. L’analisi riguarda tutti i settori, senza fornire dettagli particolari sul segmento moda ed è relativa al primo mese del 2017. In particolare, le offerte da parte degli stranieri in Cina hanno già raggiunto 7,1 miliardi di dollari, il doppio rispetto allo stesso periodo di un anno fa e, secondo lo studio, potrebbero superare in tutto il 2017 i 46 miliardi di dollari del 2016 mentre gli accordi da parte dei cinesi all’estero sono crollate del 40% a 8,4 miliardi di dollari. Le offerte nell’ambito del retail e della vendita al dettaglio rappresentano quasi la metà delle transazioni di inizio anno, superando di gran lunga quelle relative all’ambito immobiliare e finanziario che di solito dominano le acquisizioni.