Nell’intimo di Victoria’s Secret potrebbe spuntare un’etichetta ‘verde’. Il marchio, infatti, ha annunciato che traccerà la provenienza delle materie prime derivanti dal legno da lei utilizzate, così da valutarne l’impatto sull’ambiente e sull’uomo. Secondo quanto riportato da Reuters, L Brands (gruppo americano cui fa capo il noto marchio di lingerie) ha espresso la volontà di eliminare dalla sua filiera i derivati della pasta di legno (utilizzata per fare il rayon, la viscosa e il modal) che contribuiscono alla distruzione della foresta pluviale e violano i diritti delle popolazioni locali. Ciascun progresso, rende noto l’azienda, sarà reso pubblico. Il brand si è impegnato a dismettere l’utilizzo di queste risorse entro l’anno.
Victoria’s Secret si aggiunge quindi a una schiera di brand che hanno deciso di adottare politiche simili per tutelare l’ambiente, tra cui H&M, Zara, Levi Strauss e, in fine, Ralph Lauren che, all’inizio del mese, ha reso noto di voler prendere provvedimenti a livello aziendale affinché ciò da lui prodotto non sia artefice, attraverso i materiali di cui è composto, del danneggiamento delle foreste pluviali.
Commento pubblicato il 26 gennaio 2017, ore 11.00
Riceviamo e pubblichiamo il seguente commento firmato in calce dal vice direttore di Assocarta.
“Ad essere precisi L Brands ha adottato una virtuosa politica di acquisto, peraltro già molto diffusa, volta a “source man-made cellulosic fibers produced from FSC certified forestry operations or, where unavailable, from certified forestry operations sources that are independently verified to meet our policy” (fonte sito L Brands).
Occorre spiegare che i derivati della pasta di legno (utilizzata per fare il rayon, la viscosa e il modal) non necessariamente “contribuiscono alla distruzione della foresta pluviale e violano i diritti delle popolazioni locali”. Infatti, va evidenziato come esistano le paste di legno certificate, che garantiscono la tutela del patrimonio boschivo con pratiche di gestione forestale sostenibile che includono, tra l’altro, la garanzia che siano ripiantati più alberi di quanti ne vengano abbattuti e la tutela dei diritti delle popolazioni locali.
Peraltro, il settore delle fibre forestali è quello che più di ogni altro ha investito nella certificazione forestale. Ad esempio tutta la pasta di legno prodotta in Italia (ad uso cartario, in quanto in Italia per l’uso tessile non si produce più) è ottenuta con legno certificato FSC, PEFC o di riciclo e il 85% delle paste di legno impiegate dall’industria cartaria italiana è dotata di tali certificazioni o è riciclata.
Cordiali saluti,
Massimo Ramunni
ASSOCARTA
Vice Direttore”