La rinascita dello sportswear riaccende il distretto veneto delle calzature tecniche. Tra ordini in crescita, nuovi accordi con big mondiali e operazioni di M&A.
Se la montagna non va da Maometto è Maometto che va alla montagna. Tradotto: se lo scarpone, per molto tempo, ha vissuto un’esistenza parallela rispetto alla moda, ora il fashion sta cercando convergenze verso l’activewear. E, visto che il nuovo trend è quello di aggiornare i codici della moda in senso sportivo e con una attitude più active, ecco che sempre di più quel che un tempo era ‘relegato’ all’elite ristretta degli appassionati del trekking, ora entra sempre di più in città. E in ambienti e contesti non necessariamente sportivi. Lo confermano i dati di settore del distretto per eccellenza dello sportsystem, quell’area di Montebelluna, in provincia di Treviso, che raccoglie in meno di cento chilometri quadrati il top dei nomi italiani della calzatura sportiva. Dopo anni di trasformazione tecnologica e industriale, nonché delocalizzazione produttiva che hanno portato a un riequilibio di tutto il settore, l’activewear dell’area veneta sta registrando in generale una netta ripresa dei fatturati e delle esportazioni.
LA SCARPA SPORTIVA CORRE ALL’ESTERO
Una fotografia nitida della situazione arriva dall’ultimo Monitor dei distretti stilato da IntesaSanpaolo dedicato all’area del Triveneto. Secondo la ricerca, il distretto della calzatura sportiva di Montebelluna si è imposto come uno dei migliori sul fronte della performance delle esportazioni nel secondo trimestre 2016 (l’ultimo disponibile). Più precisamente, l’export in questo periodo è salito a quota 206,9 milioni di euro contro i 184,1 milioni registrati nel secondo trimestre dello scorso anno, grazie principalmente alle vendite in Germania e Francia, regalando così uno sprint alla performance del primo semestre. In termini percentuali, la crescita messa a segno nei primi sei mesi dell’anno si è attestata sull’8,1%, grazie al +12,3% registrato tra aprile e giugno. Difficile dire se i prossimi mesi saranno altrettanto positivi. In ogni caso, i dati rappresentano la conferma di un trend in crescita. Dopo il calo del fatturato evidenziato nel 2012, la performance di un campione di 61 aziende prese in considerazione dal report annuale di IntesaSanpaolo dedicato ai distretti ha vissuto un vero e proprio riscatto, tornando a crescere e nel periodo compreso tra il 2011 e il 2014 i ricavi sono saliti dell’8,8 per cento.
IN VOLATA GRAZIE AI BIG SPORTIVI
Nonostante il distretto della calzatura sportiva di Montebelluna raccolga attorno a sé centinaia di aziende, e pur considerando la tendenza ad accumare sportswear e activewear, occorre fare una distinzione tra i gruppi specializzati in calzature per la città e le realtà, spesso storiche, che hanno dedicato la produzione alla parte tecnica. Di questi, i sei nomi principali per notorietà e giro d’affari hanno confermato il trend di crescita degli ultimi anni. Il panel di aziende selezionate ha evidenziato, infatti, una crescita del fatturato, passando da 554 milioni di euro nel 2013 a 633 milioni nel 2015. A mantenere salda la prima posizione in classifica c’è il gruppo Tecnica, storica realtà nata negli anni Sessanta a Montebelluna e specializzata nelle divisioni alpine e outdoor, con una produzione ampia di scarponi da sci e scarpe dedicate al trail running, hiking, trekking e globetrotter attraverso i brand Tecnica (skiboots e footwear), Moon Boot (doposci), Nordica (sci e scarponi), Lowa (scarpe da trekking e outdoor), Blizzard (sci), Rollerblade (pattini in linea) e Bladerunner (pattini da ghiaccio). Da solo, Tecnica group controlla oltre la metà del turnover delle sei realtà selezionate. Ma sono soprattutto La Sportiva e Dmt ad essersi messe in luce sul fronte delle performance economiche, segnando la crescita più sostanziosa sul fronte dei ricavi tra 2013 e 2015, mettendo a frutto una serie di accordi stretti con importanti player globali. La prima, fondata negli anni Trenta come piccola realtà calzaturiera, ha ormai assunto i contorni di un gruppo internazionale. Nel 2010 ha stretto una partnership con la multinazionale Samsung per lo sviluppo di una nuova linea d’abbigliamento a marchio La Sportiva e ha allargato i suoi confini alla Corea. Un anno più tardi, nel 2011, ha raggiunto il mercato cinese aprendo, in joint venture con il produttore asiatico di calzature Fulgent Sun Group, la società Fujian La Sportiva Co Ltd per lo sviluppo del marchio nell’area. Dmt è il marchio di punta del gruppo Diamant, specializzato nelle calzature da bici, dalla strada alla Mtb dall’Xc al Freeride. La spinta decisiva per gli ordini (e i conti) del gruppo, tuttavia, è arrivata dall’estero e, in particolare, da un big dello sportswear come Nike con cui ha stretto accordi per la produzione di scarpe da calcio. Non solo, in misura minore, ma comunque significativa, il gruppo Diamant realizza calzature anche per la statunitense Crocs, per Decathlon e per il gruppo Usa K2.
LO SCARPONE SOTTO TIRO DELL’M&A
Che il distretto veneto sia diventato sempre più rilevante a livello internazionale lo conferma anche il fatto che, nel 2015, sono passati in mano straniere due importanti marchi del segmento montagna. Si tratta di Dal Bello e Dolomite. Il primo è un calzaturificio di Casella d’Asolo, in provincia di Treviso, specializzato nella produzione di scarponi da sci supertecnici che è stato interamente acquisito dalla statunitense Jarden Corp, già proprietaria dei brand K2, Völkl, Marker, Marmot38. Sul piatto, da parte del gruppo quotato alla Borsa di New York, un investimento di 30 milioni di euro, pari in pratica all’importo dell’ultimo fatturato. Sempre nel distretto di Montebelluna, Dolomite è stato ceduto da Tecnica Group a Scott Sports, multinazionale elvetica produttrice di biciclette, equipaggiamento invernale, attrezzature per motociclismo e abbigliamento sportivo, per 7,3 milioni di euro. Si tratta dell’acquisizione di uno dei brand più storici nell’ambito delle calzature da montagna. Fondato nel 1897 e specializzato nella produzione di scarponi da sci e calzature da montagna, con cui nel 1954 la spedizione italiana conquistò il K2, negli ultimi cinque esercizi Dolomite ha ampliato la rete commerciale fino ad arrivare a 1.500 punti vendita wholesale. Secondo i vertici di Tecnica Group, la cessione di Dolomite (acquisita nel 1998) rientra nella strategia di focalizzazione sul core-business nel settore degli active sports e outdoor, puntando sui marchi tradizionali Tecnica, Moonboot e Lowa. Mentre crescono le operazioni di M&A, aumentano anche quelle legate al reshoring di parte della produzione nel territorio trevigiano. Negli ultimi anni il caso più importante è stato quello della Aku, specializzata nella produzione di calzature da trekking e outdoor che, dopo aver esternalizzato gran parte della propria produzione a Cluj in Romania, ha effettuato un cambiamento di rotta riaprendo lo stabilimento di Montebelluna per realizzare prodotti di fascia qualitativa più alta.
di Milena Bello