La rivoluzione digitale in atto, e in particolar modo i social network, non possono più essere ignorati dalle aziende italiane. Questo, in estrema sintesi, il messaggio rivolto alla platea di imprenditori e manager della moda dal palco del Convegno Pambianco-Facebook che si è tenuto ieri mattina a Milano. Nel corso dell’evento, alla sua prima edizione, David Pambianco e il country manager di Facebook Italia Luca Colombo hanno affrontato il tema del marketing del lusso su Facebook e Instagram. Ai loro interventi sono seguiti quelli di Guido Argieri di Doxa e Laura Milani, a capo della divisione fashion&luxury di Facebook Italia.
Digitale, quindi, ma soprattutto dispositivi mobile. “Se andiamo a guardare la dieta mediatica dei consumatori non si può più prescindere dal mobile”, spiega a Pambianco Tv Colombo. “Alcune statistiche ci dicono che guardiamo il cellulare circa 150/200 volte al giorno, per un totale di tre ore. Sono numeri non più trascurabili dalle aziende se vogliono raggiungere i consumatori, anche considerato che non si tratta più di una fascia demografica limitata ai giovani, ma molto più estesa”.
Gli italiani che utilizzano Facebook in un mese sono 29 milioni, di cui 27 milioni da mobile, quelli che usano Instagram sono 9 milioni. “E quest’ultimo, rispetto al primo, ha una tensione alla creatività e alle immagini curate ancora più forte, peculiarità che ben si presta alle aziende del lusso”, continua il manager. In futuro, le sfide si giocheranno sui video, sulla realtà aumentata e sulla messaggistica business. “La realtà aumentata diventerà un fenomeno di massa non prima di 5/10 anni, mentre le app di messaggistica possono diventare mainstream anche prima e il potenziale è enorme: grazie alla chat si tengono i consumatori in un unico luogo, in cui possono effettuare prenotazioni, acquistare oggetti, parlare con il customer care, una vera rivoluzione”, conclude Colombo.
Dal palco, David Pambianco ha invece sottolineato come digitale e tecnologia stiano cambiano in modo permanente il mondo dell’industria e della distribuzione, soprattutto grazie alla particolare reattività dei Millennials, la generazione tra i 20 e i 36 anni che si assomiglia in tutto il mondo e vuole un prodotto il più personalizzabile possibile. “Questa fascia di consumatori sta impattando sulla gestione dei brand, dimostrando di voler vivere un’esperienza più di quanto non sia interessata a possedere un bene”. Le aziende, quindi, “sono chiamate a rivedere la propria offerta di prodotto, i propri canali di vendita e la logistica per andare incontro a queste nuove esigenze”. Una sfida non semplice, considerato che, fa notare Pambianco, “i 2/3 delle aziende sopra i 30 milioni di fatturato hanno ormai un sito e-commerce, ma realizzano sul canale mediamente non più del 5% del fatturato”.