Secondo Lonely Planet, è il place to be del 2017. Ma la moda ha già anticipato il trend con una raffica di aperture. Import dall’Italia: +15,6% in otto mesi 2016.
Mosca è il place to be del 2017. L’incoronazione, in qualche modo ufficiale, è avvenuta con il debutto della capitale russa nella lista delle top cities da visitare il prossimo anno stilata da Lonely Planet, ovvero dalla Bibbia dei viaggiatori. La scelta non è casuale. Il calo del rublo, passato negli ultimi cinque anni da un minimo di 38 rubli per euro al picco di 89 rubli/euro dello scorso febbraio (ma la situazione si sta lentamente normalizzando, vedere box a lato) sta contribuendo al clima frizzante attorno a Mosca e alla Russia. Dopo una generale fase di stand by da parte dei marchi internazionali di moda, gli ultimi mesi hanno visto una escalation di opening ed eventi esclusivi. Non è ancora il segno di un completo ritorno in auge delle vendite in Russia ma rappresenta il segnale di un’inversione di tendenza. In attesa, peraltro, della conclusione, prevista per fine gennaio, delle sanzioni europee contro la Federazione Russa. “Il momento difficile sembra ormai alle spalle – ha confermato Pier Paolo Celeste, direttore dell’ufficio Ice di Mosca -, c’è in generale un ‘revamping’, dalla ristrutturazione dei negozi agli eventi. C’è un clima di entusiasmo confermato anche dai dati sulle importazioni di moda in Russia dall’Italia. Sono cresciute di ben il 15,6% nei primi otto mesi del 2016”.
VOLA IL TURISMO A MOSCA
L’elenco dei brand italiani e stranieri che hanno aperto o stanno per aprire nuovi punti vendita è ormai lungo. Per Michael Kors si parla di cinque nuove aperture in quattro città (Novosibirsk, Sochi, Yekaterinburg e Voronezh) nel 2017. Nike inaugurerà entro metà del prossimo anno il suo più grande negozio in Russia: 3mila metri quadrati in Kuznetsky Most a Mosca. Valentino ha annunciato l’apertura di un nuovo store a San Pietroburgo, in Nevsky Prospekt, mentre Furla, che ha appena festeggiato 15 anni di presenza nel Paese con una crescita delle vendite like for like del 31% a cambi costanti nel primo semestre, ha fatto sapere che saranno in programma alcuni opening nel 2017. Sempre a Mosca vedrà la luce nel 2019 il nuovo luxury hotel di Bulgari. E la lista prosegue poi con Versace che ha inaugurato una boutique da Gum, Alberta Ferretti che ha appena riaperto tre negozi nella capitale con il nuovo concept, Zanellato con il primo store all’interno del Crocus City Mall fino ad Uniqlo che ha lanciato un’operazione di marketing ad hoc con Prime. Per Eugenio Morselli, Ceo di Giuseppe Zanotti Design che ha appena tagliato il nastro del suo primo flagship gestito direttamente in Russia, la scelta di puntare sul Paese è frutto di diversi elementi, non ultimo la maggiore disponibilità di location importanti nella capitale. “Si sono liberati diversi spazi nelle vie più esclusive della città. E, soprattutto, in questo momento, complice il rublo, hanno prezzi molto vantaggiosi. Per questo – ha spiegato Morselli – abbiamo deciso di aprire in modo diretto a Mosca. Per noi si tratta di una evoluzione. I russi pesavano per il 15-18% del turnover e ora per il 10% circa. Però sta aumentando il turismo interno e, di conseguenza, crescono i consumi a Mosca”. Una sensazione condivisa anche da Claudio Marenzi, patron di Herno che ha aperto recentemente il suo secondo monomarca nella capitale in Stoleshnikov Pereulok. “Gli acquisti in loco stanno aumentando perché i russi viaggiano di meno e quando lo fanno prediligono l’Asia”, ha spiegato Marenzi. “C’è poi un altro elemento che spiega il recupero del trend di shopping in Russia – ha aggiunto – molti retailer, tra cui Mercury, stanno rinunciando a parte dei loro margini per ricalmierare i prezzi. Così vendono capi a prezzi italiani e lo stanno pubblicizzando attraverso i loro canali social”. L’incremento del turismo locale va così a controbilanciare il calo dello shopping di lusso generato dai turisti russi all’estero (-37% nel 2015 in Europa). Un aiuto alla crescita dei consumi interni in Russia potrebbe arrivare anche dai turisti cinesi, aumentati nel 2015 e 2016 (+63% nei primi cinque mesi di quest’anno, secondo i dati dell’agenzia federale per il turismo Rosturism). Turisti, peraltro, alto-spendenti. Secondo quanto anticipato a Pambianco Magazine da Four Seasons Moscow, nel corso dell’anno la tariffa media pagata per ogni camera di albergo (adr) è cresciuta del 20,8% grazie all’aumento dei turisti cinesi. Che per il retail moscovita quello attuale sia un buon momento lo conferma anche lo studio di Jll, società di consulenza specializzata in servizi immobiliari, secondo cui nel terzo trimestre dell’anno la percentuale di negozi sfitti nelle high street di Mosca è scesa del 2,8% al 10,2 per cento. Si tratta del miglior risultato dall’inizio del 2014. Non una data a caso: è l’inizio della crisi. Che, si spera, sia finalmente alle spalle.
di Milena Bello