Stefanel verso il concordato preventivo. Il cda del marchio di maglieria ha deliberato di presentare domanda di ammissione alla procedura “in bianco o con riserva (…) nell’ambito della quale l’emittente si riserva di poter presentare un ricorso per l’omologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti”. “Tale delibera – prosegue la nota ufficiale – si inserisce nel contesto delle iniziative assunte dall’emittente finalizzate alla ristrutturazione del debito e al rafforzamento patrimoniale della società”. Anche Finpiave, che detiene il 20,329% del capitale di Stefanel “ha deliberato di presentare domanda di ammissione al concordato preventivo, riservandosi di poter presentare un’istanza per l’omologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti”. Nella giornata odierna le azioni ordinarie e di risparmio di Stefanel erano state sospese dalle negoziazioni in attesa, appunto, di una nota che è arrivata nell’arco di poco tempo. Il titolo è tornato in negoziazione, con un immediato calo superiore al 10 per cento.
Da tempo, il gruppo di maglieria guidato da Giuseppe Stefanel navigava sotto il peso dell’indebitamento. Negli ultimi sei anni la società ha dovuto far fronte a due aumenti di capitale e tre ristrutturazioni del debito, ma la situazione non ha salvato i conti e, nell’ultimo esercizio fiscale, Stefanel non è riuscita a rispettare di nuovo i covenant, motivo per cui il consiglio di amministrazione ha posticipato l’approvazione del bilancio. La stessa società di revisione Ernst&Young nella ‘Relazione di revisione contabile limitata sul bilancio consolidato semestrale abbreviato’, targata 1 agosto, ha evidenziato l’esistenza di “profili di incertezza” che “fanno sorgere dubbi significativi sulla capacità del gruppo di continuare ad operare sulla base del presupposto di continuità aziendale e quindi della capacità di realizzare le attività e onorare le passività nel normale corso della gestione”.
Da tempo si inseguono voci su un possibile ingresso di un nuovo socio e i rumors si erano rafforzati nelle scorse settimane ma, come precisa Reuters, Stefanel aveva smentito, su richiesta di Consob, indiscrezioni stampa circa l’esistenza di trattative per la cessione del controllo del gruppo.
Il gruppo veneto ha chiuso il 2015 a con un perdita netta di 7,7 milioni di euro, un ebit negativo per 4,8 milioni e ricavi netti leggermente in rialzo a 156,6 milioni di euro.