Il nuovo corso di Gucci traina i conti di Kering che ha chiuso il primo semestre con ricavi in crescita del 3,3% a 5,69 miliardi di euro e utili in aumento da 423,1 a 464,9 milioni (+9,9%). Nel segmento lusso, che in generale cresce del 5,2%, la maison della doppia G e Yves Saint Laurent hanno infatti messo a segno, rispettivamente, una crescita del 3,9% a 1,9 miliardi di euro e del 23,7% a 547,9 milioni, mentre Bottega Veneta ha registrato un calo del 9,2 per cento a 571,2 milioni. Per quanto riguarda la redditività dei singoli marchi, l’utile operativo di Gucci ha registrato un incremento del 7% a 536,9 milioni, mentre quello di Yves Saint Laurent è balzato dell’80,2% a 109 milioni di euro. In diminuzione del 19,4%, invece, il risultato operativo di Bottega Veneta, che scende a 145,1 milioni di euro.
L’accelerazione di Gucci è stata evidente nel secondo trimestre, con vendite in progresso del 7,4%, dato che, inoltre, emerge dal confronto con un secondo quarter 2015 che era stato spinto (+4,6%) dai saldi della precedente direzione creativa. Tra aprile e giugno, a livello dei diversi canali di vendita, il retail (negozi di proprietà) ha messo a segno un +7% con un’incidenza di oltre l’80% sulle vendite, mentre il wholesale è cresciuto del 15 per cento. La “reinvenzione” della griffe prosegue quindi con successo anche da un punto di vista di business, con le collezioni di Alessandro Michele che hanno pesato per circa il 70% sulle vendite del secondo trimestre, spinte, tra le diverse categorie merceologiche, dall’abbigliamento donna e dalle calzature, seguite dalla pelletteria.
Il colosso guidato da François-Henri Pinault, in mattinata, guadagnava oltre 6 punti percentuali alla Borsa di Parigi.