Un’iniziativa benefica per sostenere il restauro del Duomo, con il patrocinio della Camera nazionale della moda italiana e la buona volontà della Veneranda nell’organizzazione dell’asta e delle operazioni pubblicitarie: ‘La moda aiuta il Duomo’ aveva tutti i presupposti per essere un successo, e invece no. La Veneranda Fabbrica si aspettava di ottenere 100mila euro per restaurare una guglia, ma dovrà accontentarsi di 21mila euro.
L’asta dal vivo, infatti, aveva portato in cassa 18mila euro, mentre sul sito www.charitystars.com, nonostante la proroga, sono stati racimolati 2.907 euro con soli 13 lotti su 36 andati a buon fine. Secondo quanto riportato da Il Giorno Milano – Metropoli, le ultime due ore dell’asta sono state un vero e proprio fallimento: rilanci da un euro, 18 capi mai presi in considerazione.
Tra chi ha attirato l’attenzione, una borsa di Salvatore Ferragamo arrivata, dopo 32 offerte, a 325 euro e anche una borsa di Giuseppe Zanotti, salita a 231 euro dopo 16 rilanci. Gli altri capi, fatta eccezione per un giubbotto Moncler venduto per 250 euro, sono rimasti sotto i 200 euro.
Sorprende che, ad aver battuto gli altri lotti in termini di offerta finale e rilanci, sia un pezzo di design: la ‘chiocciolona’ del Cracking Art Group, quella che aveva popolato le terrazze del Duomo nel 2012 per l’installazione ‘Regeneration’. Per la ‘lumacona’ i milanesi sono stati pronti a combattere con 44 rilanci, portando l’offerta finale a 950 euro. Il design, in un’iniziativa promossa dalla moda stessa, ha stracciato le grandi griffe. Evidentemente, i prodotti messi all’asta dalle maison non hanno acceso la filantropia dei milanesi.