La catena di calzature si appresta a rivoluzionare la propria rete vendita. Marco Farnetani, retail & marketing director di Compar, filiale italiana del marchio, racconta la svolta.
Con l’apertura a “Il Centro” di Arese è iniziato il nuovo corso retail di Bata. Di che cosa si tratta?
Con l’opening di Arese abbiamo dato il via al nuovo progetto ‘Bata Plus’.Un’iniziativa con cui miriamo a differenziarci da tutti gli altri player del settore. Prima di tutto grazie al layout speciale, studiato appositamente: musica e profumi sono dedicati, le vetrine interattive, e all’interno tutto è pensato per creare una vera shopping experience. Grazie al nuovo concept, si andrà a mettere in evidenza l’heritage del marchio. Forse non tutti sanno che Bata ha oltre 120 anni di storia che parla di innovazione, e che il brand è stato indossato da personaggi come Kurt Cobain e Magic Johnson.
Qual è la ragione dietro questo cambio di strategia?
Sicuramente il brand aveva bisogno di ritrovare l’immagine giusta. Bata non solo può vantare una storia lunga oltre un secolo, ma ha un’anima cool che merita di essere valorizzata. Per esempio, di recente la Bata Tennis, scarpa disegnata negli anni 30 e rivisitata in una capsule collection, è stata venduta in department store e negozi del lusso tra cui Selfridges, Colette, Dover Street Market, The Webster e Luisa Via Roma.
Attualmente com’è strutturata la vostra presenza in Italia?
Dall’Italia gestiamo circa 320 negozi a insegna Bata tra diretti e franchising in circa 20 nazioni. La società italiana è una delle più grandi del gruppo, mentre sono indipendenti altre nazioni europee come Francia e Svizzera. Oggi ci sono circa 5mila negozi Bata in oltre 70 Paesi.
Parliamo di numeri: come si è chiuso il 2015?
Compar ha archiviato lo scorso esercizio con ricavi per 364 milioni, in crescita del 7% rispetto ai 340 del 2014. Il primo trimestre 2016 si è chiuso in linea con le aspettative. Essendo già distribuiti capillarmente, in programma abbiamo solo aperture mirate come quella di Arese. Quest’anno ne prevediamo circa una decina, ma soprattutto altri negozi strategici a Milano, Venezia, Firenze acquisiranno il concept Bata Plus.
Chi è il cliente Bata e cosa cerca?
Si tratta di una clientela abbastanza variegata, che sa di poter contare su una vasta gamma prodotto all’interno dei nostri negozi. Vendiamo scarpe per uomo, donna e bambino, con una forte attenzione anche al segmento sportivo. In negozio, oltre al brand Bata, si possono trovare altri marchi del gruppo oltre che label sportive, il cui fatturato pesa per il 20% sul turnover. Il Bata Plus di Arese, per esempio, ha zone ben definite in cui si può trovare il prodotto made in Italy più classico oltre all’area con scarpe ‘tech’. Bata sviluppa tecnologie sulla calzatura da oltre 100 anni. Nei Bata Plus entreranno solo i prodotti più esclusivi dei brand partner (attualmente siamo in fase di trattativa con vari marchi) e produzioni speciali a nome Bata.
Dove sono prodotte le calzature Bata?
In tutto il globo: sia in Italia, che in Europa, che nel resto del mondo.
Che ruolo ha l’abbigliamento all’interno del vostro progetto?
Sempre più importante. Moda e accessori fanno parte della nostra offerta da sempre, ma nell’ultimo periodo hanno rivestito un ruolo di crescente rilievo, anche all’interno dei nostri negozi: ad oggi pesano sui ricavi per il 15 per cento.
di Caterina Zanzi