Lo studio commissionato dal Cfda al Boston Consulting Group ha emesso il suo verdetto: cambiare è necessario. In sei settimane, la società di consulenza ha intervistato oltre 50 operatori del settore moda, prevalentemente statunitensi, sul sistema sfilate attraverso colloqui formali e informali. Wwd spiega che venti interviste sono state rivolte a fashion executive e stilisti tra cui Michael Kors, Jack McCollough e Lazaro Hernandez di Proenza Schouler, Jenna Lyons di J. Crew. Presenti anche le opinioni di otto tra wholesaler ed e-tailer come Linda Fargo di Bergdorf Goodman, Ken Downing di Neiman Marcus e Marc Metrick di Saks Fifth Avenue. Quindici i giornalisti impiegati in testate cartacee e online contattati e sette tra fashion blogger, organizzatori di fiere e sfilate.
Ne esce fuori un quadro frammentato in cui ciascun marchio sceglie per sé decidendo se aderire al fenomeno del ‘see now – buy now’ già vicino ad alcuni brand (Tom Ford, Burberry, Tommy Hilfiger) o perseguire la tempistica tradizionale della filiera distributiva che trova estimatori soprattutto in Europa. La Fédération Française de la Couture ha già annunciato che non intende appoggiare la nuova formula distributiva.
“Il consenso – riporta Wwd – è unanime: i tempi sono maturi per un cambiamento. La settimana della moda come la conosciamo da decenni è all’inizio di un cambiamento sismico”. Secondo Bcg, tra gli intervistati oltreoceano prevale il progetto di dare più importanza a una strategia on season. Lo studio ha anche posto l’attenzione su alcuni problemi strutturali da affrontare: l’accelerazione dei tempi di consegna delle collezioni e la riduzione dei prezzi al dettaglio.
“Così come il sistema moda continuerà a evolversi, il Cfda continuerà ad aiutare i fashion designer, che stanno cercando di cambiare per presentare le loro collezioni al meglio”, ha affermato Steven Kolb, presidente e amministratore delegato della camera della moda americana.
La riflessione riguarda a un tempo aspetti culturali e commerciali. E mette a confronto il mondo anglosassone con i sistemi moda europei più ancorati alla tradizione. New York e Londra sembrano sempre più allineati verso l’abbreviazione della tempistica distributiva, mentre Parigi e Milano non sembrano interessati al ‘see now – buy now’.