Avere un prodotto ‘più bello’ degli altri oggi non basta più: per avere successo si deve raccontare una storia che crei empatia tra l’azienda e i suoi clienti.
Realizzare un prodotto, comunicarne i punti di forza e spiegare perché è migliore degli altri, oggi non basta più: con il moltiplicarsi dei canali di comunicazione, come i social network, un’azienda deve faticare di più per emergere e avere successo. Ci vuole di più. Una storia di heritage o un nuovo racconto, una narrazione fatta di emozioni e valori più che di prodotti, per creare un sentiment di empatia tra un’azienda e i suoi clienti. Questa tendenza è emersa all’ultima edizione di Pitti Immagine Uomo, che si è chiusa con totale di 24.800 presenze (+4% rispetto a un anno fa), di cui 8.800 esteri (+2,5%) e 16mila italiani (+5%). “Ogni edizione di Pitti Uomo è un magazine che prende forma, fatto di contenuti che devono essere messi in pagina – ha dichiarato l’AD di Pitti Immagine Raffaello Napoleone – con grande cura e una ricerca continua. A ogni stagione raccontiamo una tendenza forte del momento, e a gennaio abbiamo messo in copertina Pitti Generation(s): parliamo di come nella moda di oggi il concetto dominante sia la simultaneità di tante generazioni diverse, nel modo di vestirsi e negli stili di vita. Una storia che passa da padre a figlio e viceversa. E non è un caso che il nostro main partner sia stato Mini. Abbiamo raccontato tutto questo attraverso il nuovo video teaser dei saloni, e attraverso gli allestimenti alla Fortezza da Basso, dove abbiamo coinvolto e reso protagonisti chi la moda la fa e la proietta ogni giorno al futuro”. Come nel caso dei ‘new makers’, la nuova generazione di artigiani da tutto il mondo, con i loro pezzi raffinati, caratterizzati da una cura estrema del dettaglio e delle lavorazioni tradizionali, ma con uno spirito in sincrono con la velocità di oggi. “Con i piedi fermi sui valori del passato, ma con occhi proiettati alle nuove tecnologie e agli anni a venire – ha proseguito Napoleone – si muovono agilmente tra il concetto di heritage e una proiezione sui nuovi scenari”.
CAPSULE CON HERITAGE
Diventa sempre più importante, per le aziende, promuovere con incisività i propri prodotti in un panorama internazionale sempre più attento al made in Italy. La chiave del successo sta nel saper valorizzare la propria identità, scegliendo per il proprio marchio il canale capace di aprire più opportunità. Il brand Herno si è presentato con una capsule collection creata insieme all’illustratore francese Pierre-Louis Mascia. “L’idea è nata lo scorso anno – ha raccontato Claudio Marenzi, presidente e AD del marchio – quando ho acquistato in Giappone una sua sciarpa che mi ha ricordato gli interni in seta stampata degli impermeabili che mio padre faceva produrre negli anni 60 e 70. Così ho pensato di reinterpretare con questo progetto la storia di Herno”. Anche Adidas Originals ha scelto Yosuke Aizawa, anima del brand giapponese White Mountaineering, per reinterpretare la sua storia con un approccio fortemente innovativo. “Adidas – ha spiegato Nic Galway, VP global design di Adidas Originals – è un brand con una storia incredibilmente ricca, un’infinità di prodotti e progetti lanciati negli anni, e lavorarci dall’interno ti fa vedere le cose con una prospettiva diversa. Iniziare una nuova collaborazione ci permette di guardare Adidas attraverso uno sguardo fresco. è così stimolante vedere il modo in cui un creativo come Mr Aizawa interpreta Adidas, e la nostra collaborazione con White Mountaneering è la perfetta testimonianza di cosa può accadere quando si lavora assieme”. Roy Roger’s per raccontare una nuova storia ha invece scelto il più noto tra i fotografi di street style, The Sartorialist Scott Schuman. “Partendo dalle mie idee iniziali abbiamo realizzato capi che non vedo l’ora di indossare personalmente e, se tutto va bene, di vedere negli shop internazionali”, ha dichiarato Schuman.
RITRATTI DA RACCONTARE
Lost & Found Ria Dunn si è presentato a Pitti 89 con lo scopo di varare un nuovo corso, la cui meta finale è quella di diventare un brand archetipo, espressione di un lusso con anima riconoscibile, in grado di entrare nel dna di chi lo indossa. Il codice estetico del brand è stato raccontato dal film documentario girato dal francese William Lacalmontie: ventuno ritratti per raccontare il tempo che passa, l’età, i generi e le culture differenti che caratterizzano la moda di oggi. Ventuno storie di uomini e donne, giovani e anziani, fashion people e persone comuni, attraverso le loro stesse mani, vero e proprio medium artistico per rappresentare intere generazioni prive di qualsiasi coordinata spazio-temporale.
di Chiara Dainese