Il childrenswear è in cerca di una svolta. A Firenze emerge la voglia di sinergie tra i player di un settore ancora troppo ‘fermo’: vince l’idea che è l’unione a fare la forza.
Tra gli stand di Pitti Bimbo la voce è stata unanime: “Per reagire, bisogna fare sistema”. All’82esima edizione della manifestazione fieristica dedicata all’universo bambino, in scena a Firenze dal 21 al 23 gennaio, si è percepita la voglia di rivincita per un settore in cerca di ripresa. Per l’anno 2015, come riportano i dati di Sistema Moda, il turnover della moda junior italiana è stimato in aumento del +1,1% a quota 2,67 miliardi di euro. Per l’export si prevede una chiusura d’anno a +3,9% (buoni risultati per Spagna, Regno Unito e Germania, mentre la Russia crolla del 40%). Per contro, la performance del mercato interno assiste a un deciso rallentamento del tasso di caduta, stimato su base annuale a -0,8 per cento. La tre giorni dedicata al childrenswear si è conclusa con un’affluenza di compratori in crescitad del 3%, per un numero complessivo che si è attestato sui 6.900 buyer (erano stati 6.700 un anno fa) superando la soglia dei 10mila visitatori totali. Risultato da sottolineare è il ritorno dei buyer dalla Russia (+10% nel numero dei negozi) e dall’Ucraina (quasi il 70% in più di compratori rispetto a un anno fa). Tra i mercati europei, molti hanno messo a segno performance positive come Gran Bretagna +31%, Olanda +6%, Grecia +14% e Austria +30% mentre sono risultati stabili i numeri da Germania, Francia e Spagna. In crescita i numeri dall’Italia che, a fine manifestazione, hanno messo a segno un +6,5%, totalizzando complessivamente 4.550 presenze. Confermano i livelli di un anno fa i compratori da Giappone e Stati Uniti, mentre la Cina registra quasi un raddoppio dei suoi compratori; forte aumento anche per la Corea (+56%) e per i principali mercati dell’area Mediorientale; in flessione i numeri da Turchia (-43%) e Hong Kong (-40%).
OBIETTIVO: SINERGIA
Attraversando i diversi padiglioni in Fortezza da Basso sembra proprio che la svolta per il settore childrenswear passi attraverso il concetto di sinergia. L’idea che “l’unione fa la forza” è alla base della partnership siglata dal gruppo Arav con Mafrat per la linea Silvian Heach Kids a partire dalla prossima stagione A/I 2016-17. Le due realtà puntano a svilupparsi insieme sfruttando i rispettivi asset, non solo in Italia, Paese nel quale sono entrambi già forti, ma anche e soprattutto all’estero. “Mafrat ha un’expertise nel childrenswear da 70 anni”, ha detto Mena Marano, alla guida di Arav. “Con questa partnership, che non è un accordo di licenza, vogliamo unire le forze, sviluppare competenze per fare rete. Lo stile e la creatività rimarranno in house mentre abbiamo affidato all’azienda pugliese guidata da Mario Totaro la parte produttiva e distributiva. Tra l’altro, Mafrat è molto forte sui mercati esteri e questo ci porterà a una accelerazione sul fatturato, (oggi la linea kids di Silvian Heach fattura circa 20 milioni di euro) e sull’internazionalizzazione verso i mercati nordeuropei e i Paesi facenti parte dell’ex Unione Sovietica e il Medio Oriente. Insomma, faremo tutto meglio e più velocemente”. Anche il gruppo Imperial è tornato nel comparto kidswear grazie alla sinergia con un player del settore bimbo. Il gruppo bolognese ha stretto un accordo con l’azienda Gieffe Moda con sede a Sant’Egidio della Vibrata (Te) dando vita alla società Magico Kids (controllata da Imperial Spa) la quale ha assunto in affitto un ramo d’azienda della realtà abruzzese, forte di una trentennale esperienza nella produzione di abbigliamento baby e junior, finalizzato alla realizzazione di collezioni kidswear a marchio Please, per maschietti e femminucce. “L’obiettivo – ha detto Adriano Aere, fondatore e presidente di Imperial – è quello di portare la linea bambino a 20 milioni di euro in tre anni. Già in un anno vogliamo raggiungere i 7-8 milioni di fatturato. In meno di un mese di lavoro siamo stati in grado di portare a Pitti una collezione di circa 300 modelli e abbiamo già pronta una rete vendita per l’Italia mentre stiamo lavorando per mettere su anche quella estera. I mercati su cui spingeremo la linea Please Kids saranno in un primo momento la Germania, l’Olanda e la Francia”. Imperial ha chiuso il 2015, “un anno di rinnovamento interno”, come lo ha definito Aere, in linea con il 2014 che ha raggiunto i 207 milioni di euro con un’Ebitda del 18% e una quota export del 50% che si svilupperà in futuro anche grazie all’espansione nel mercato extra Ue. Un forte legame unisce poi Simonetta e Pitti Bimbo. A omaggio di questa lunga allanza, durante la manifestazione, è stato presentato il film “Let the Journey Begin”, uno “special tribute” di Pitti Immagine, sui valori del marchio marchigiano. “Siamo veramente onorati per questo omaggio”, ha dichiarato Roberto Stronati, presidente di Simonetta. “La nostra presenza a Pitti Bimbo, iniziata con la prima edizione, non si è mai interrotta e il salone è sicuramente stato sin dall’inizio il sipario della nostra evoluzione negli anni”. Oggi Simonetta è una realtà da 44 milioni di fatturato con una quota export intorno all’80 per cento. “La nostra strategia è quella di mantenere il focus sul nostro brand. Siamo un’azienda, ma siamo anche un brand”, ha detto il DG Giuseppe Rossi. “Con il lancio di questo speciale video, che avrà una diffusione su tutti i principali social, iniziamo ad investire in comunicazione in modo nuovo perché è cambiato il nostro target. Ormai non comunichiamo più solo con le mamme, ma anche con i bambini che sono sempre più fruitori delle nuove tecnologie comunicative”. Si tratta, invece di un’unione a scopo benefico quella siglata da Miniconf e Fondazione Umberto Veronesi. L’azienda aretina ha presentato, all’interno della collezione A/I 2016 del suo marchio di proprietà Sarabanda, una linea pensata ad hoc per supportare “Gold for Kids”, il progetto della Fondazione Umberto Veronesi che per il 2016 sosterrà le cure per i tumori cerebrali pediatrici, i più diffuse dopo le leucemie. “Siamo da sempre molto vicini alle tematiche che riguardano i bambini – ha detto Giovanni Basagni alla guida di Miniconf – siamo molto felici quindi di avere la possibilità di sopportare questo importante progetto”. Miniconf ha archiviato il 2015 oltre i 74 milioni di fatturato, in crescita del 7% rispetto all’anno precedente, con una previsione sul 2016 di raggiungere i 76 milioni. “Siamo in 50 Paesi del mondo con una presenza importante nel mercato russo, purtroppo in forte difficoltà, nell’Est Europa, nei Paesi arabi e in Cina in cui vogliamo svilupparci ulteriormente”, ha concluso Basagni. Un sodalizio sicuramente ben riuscito è quello che ha portato alla nascita di N°21 Kids. Il brand è stato senza dubbio la new entry più attesa di questa edizione di Pitti Bimbo. Lo stand del brand, disegnato da Alessandro Dell’Acqua prodotto da Grant Spa, ha riscosso molto successo tra gli addetti ai lavori sorprendendo lo stesso designer. “È un universo tutto da scoprire perché è la prima volta che metto piede nel mondo del kidswear e a Pitti Bimbo”, ha detto lo stilista partenopeo. “All’inizio è stato strano vedere le mie creazioni indossate da bambini, come fossero abiti in miniatura; ma ci sto facendo l’abitudine, lo trovo molto divertente”.
di Rossana Cuoccio