Brunello Cucinelli non arretra nel suo percorso di crescita “garbata” e mette a segno un nuovo anno con il turbo. Nel 2015, il marchio di cashmere deluxe ha raggiunto i 414,0 milioni di euro di ricavi netti, con un incremento del +16,3% rispetto al 2014 (+9,5% a parità di valute). Volano le vendite all’estero che rappresenta l’82,9% sul totale dei ricavi netti: nell’anno appena concluso sono aumentate del +19,4 per cento. Buone performance anche in Italia (pesa per il 17,1% dei ricavi), dove le vendite crescono del +3,7% per un totale di 71 milioni di euro. Fuori dai confini nazionali è il mercato nordamericano a registrare i risultati più frizzanti con un incremento delle vendite del 27,5% a 156,6 milioni. Bene anche l’Europa (+10,4% a 128,8 milioni), la Greater China con ricavi pari a 25,7 milioni di euro al 31 dicembre 2015 (con un peso del 6,2% sul totale ricavi), in crescita del +23,4%, e l’area denominata Resto del mondo (+18,2%, pari a 31,9 milioni di euro) grazie soprattutto alla conversione del business in Giappone alla gestione diretta, avvenuta lo scorso 1° settembre 2014. Ottima la performance del canale monomarca Retail dove incremento del fatturato si è attestato a +30,0% (193,0 milioni di euro) ma cresce il fatturato anche del canale multimarca wholesale (+6,3%, con ricavi che raggiungono i 187,6 milioni di euro e un’incidenza pari al 45,3% sul fatturato totale).
A metà mattinata, Cucinelli registrava un netto rimbalzo in Borsa (in scia con l’andamento generale del lusso), con volumi elevati, spiega un lancio di Reuters, visti i risultati superiori alle attese grazie in particolare a un migliore effetto cambi. Da inizio anno alla chiusura di ieri, Cucinelli, riporta sempre Reuters, è sceso di oltre l’8% risentendo come tutto il settore delle incertezze sulla Cina.