Utile in forte crescita e migliore delle attese per Nike, nonostante il dollaro forte che scoraggia le esportazioni. Nel secondo trimestre dell’esercizio fiscale, chiuso il 30 novembre scorso, il colosso americano dell’abbigliamento sportivo ha riportato un utile netto pari a 785 milioni di dollari, in rialzo del 20% rispetto ai 655 milioni dello stesso periodo dello scorso anno.
I profitti per azione sono cresciuti a 90 centesimi da 74 centesimi, meglio degli 86 attesi dagli analisti. I ricavi sono stati pari a 7,69 miliardi di dollari, in aumento del 4,2% dai 7,38 miliardi dello stesso trimestre del 2014. Il dato è inferiore ai 7,81 miliardi calcolati dal mercato ma al netto di fluttuazioni valutarie sarebbe cresciuto del 12%. Il colosso dell’abbigliamento sportivo ha continuato a rafforzarsi in Nord America e in Cina, con un fatturato rispettivamente in rialzo del 9,4% e del 12%. Gli ordini futuri del gruppo sono saliti del 15% su scala globale, oltre il 7% osservato l’anno prima e il 9% del trimestre precedente.
In scia ai conti, pubblicati ieri sera a mercato chiuso, l’azione ha preso slancio e ha segnato nella sessione after-hours di Wall Street un progresso di oltre il 2%. Da ultimo, Nike ha ricordato che la divisione in due del titolo in Borsa, che è stata annunciata il mese scorso, sarà effettiva dal 24 dicembre. Da inizio anno le azioni Nike hanno guadagnato il 35%, la performance migliore tra le 30 blue chip che compongono il Dow Jones.