Terzo trimestre sotto le previsioni per Tiffany. Il colosso americano dei gioielli di lusso ha abbassato le stime per l’anno a causa del dollaro forte che penalizza le vendite, e la maggiore incertezza a livello globale.
Nei tre mesi, Tiffany ha visto i ricavi scendere del 2,2% a 938,2 milioni di dollari, ma l’utile di periodo si è attestato a 91 milioni di dollari (70 centesimi ad azione) in rialzo rispetto al terzo trimestre 2014 (38,3 milioni di dollari, ovvero 0,29 centesimi ad azione). L’attesa, però, era per 74 cents.
Nonostante il calo delle vendite, Tiffany è riuscita ad alzare il proprio rapporto ebitda/fatturato al 60,2% dal 59,7% del 2014 per i prezzi più elevati. La società ha pertanto affermato di prevedere di aumentare ulteriormente i prezzi nei prossimi mesi per compensare il dollaro forte.
Secondo quanto riporta il comunicato, il fatturato dovrebbe scendere a fine anno di una percentuale compresa tra il 5 e il 10% rispetto al 2014. Questo significa che l’utile per azione nel 2015 sarà compreso tra 3,78 e 3,99 dollari, al di sotto dei 4,05 dollari previsti dagli analisti.
“L’apprezzamento del dollaro Usa e l’incertezza economica negli Stati Uniti e in altri Paesi che da sempre trainano le vendite dell’azienda – ha dichiarato Frédéric Cumenal, CEO di Tiffany – hanno influito sulla contrazione del fatturato”.
A livello globale le vendite sono diminuite in maniera generalizzata a eccezione del Giappone, dove il reddito durante quest’anno è aumentato del 17 per cento.