Non sono più soltanto gli analisti ad aver cercato, nei mesi scorsi, di dare valore a Ferrari. A darle valore, adesso, è la stessa Wall Street, dove il titolo debutterà oggi pomeriggio (mentre il closing dell’Ipo è previsto il 26 ottobre). Il pricing dell’offerta della casa automobilistica, come comunicato da Fiat Chrysler (Fca) nella tarda serata di ieri, è stato fissato a 52 dollari per azione, nella fascia alta della forchetta da 48-52 dollari indicata dalla società nei documenti depositati per il collocamento a New York, preso l’autorità di Borsa, la Sec. L’offerta riguarda 17,18 milioni di azioni. Con questo prezzo la società vale in Borsa 8,65 miliardi di euro, con un enterprise value (cioè un valore esclusi i debiti) di poco superiore ai 10 miliardi.
E così, quella che sembrava a tutti gli effetti una scommessa da parte del management guidato da Sergio Marchionne, ovvero strappare multipli superiori a tutti quelli riconosciuti ad altre case automobilistiche, ha assunto connotazioni reali. Con una valutazione forse più prudente del previsto (c’era chi ipotizzava che l’interesse degli investitori avrebbe potuto spingere il prezzo Ferrari a 53 dollari per azione), ma comunque ‘di lusso’.
Se i multipli sull’ebitda del settore, solitamente, sono compresi tra 9x e 12x, il prezzo di offerta delle azioni Ferrari è in linea. Secondo Gabriele Gambarova, analista di Banca Akros, citato da Il Sole-24Ore qualche giorno fa, applicando un multiplo di 12,5 all’ebitda 2015 stimato a 752 milioni di euro, si ottengono 9,4 miliardi di enterprise value; se si sottrae un debito netto industriale attorno ai 750 milioni, si arriva agli 8,65 miliardi di euro della valorizzazione al prezzo massimo.