La moda maschile italiana supera le aspettative: il 2014 ha chiuso con un +3% e un turnover settoriale (che comprende abbigliamento in tessuto, maglieria esterna, camiceria, cravatte e abbigliamento in pelle) vicino agli 8,8 miliardi di euro. I dati arrivano dalle elaborazioni di Sistema Moda Italia, diffusi in occasione dell’inaugurazione di Pitti Uomo 88. Benché la crescita sia ancora discreta, rappresenta comunque un segnale importante di ripresa, dopo un biennio piuttosto tranquillo: -0,6% nel 2013 e +1,6% nel 2012.
A trainare il settore è, come sempre, l’export, cresciuto del 5,1 per cento. Le esportazioni hanno così superato i 5,5 miliardi di euro e la loro incidenza sul fatturato ha raggiunto il 63,3%, +1,2% rispetto all’anno precedente. L’area di riferimento resta l’Europa e il primo mercato di sbocco si conferma la Francia (calata però del 2,1%), seguita da Svizzera (+10,6%), Germania (9,4%) e Regno Unito (4,8%). Vero e proprio balzo, invece, per le importazioni, aumentate del +10,3%, a conferma di una ripresa dei consumi interni, mentre va segnalato anche il calo del valore della produzione (-2,7%).
Buoni anche i segnali del primo trimestre 2015: l’export ha registrato un aumento del 3,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, mentre l’import ha messo a segno un +13,1 per cento.