Marco Airoldi, a un anno esatto dalla nomina ad amministratore delegato di Benetton, tira le somme della ristrutturazione operata dal gruppo veneto e guarda al futuro. “Torneremo all’utile nel 2016 e dal 2017 avremo marginalità del tutto in linea con le aziende comparabili”, ha spiegato il manager ad Affari&Finanza. Il piano di rilancio del marchio ha comportato la riduzione del numero dei marchi – sono rimasti soltanto United Colors e Sisley – parallelamente a quella dei Paesi (su 120 ne sono stati tagliati circa 40) e dei negozi (circa 300 in meno a fine 2014, arrivando oggi a una rete di 5.500). Da Benetton Group, inoltre, sono state scorporate la parte immobiliare e quella industriale, così da permettere all’azienda di concentrarsi unicamente su brand, prodotto, marketing e rete commerciale.
Sempre secondo la testata finanziaria, nei primi cinque mesi del 2015, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, i ricavi della rete a gestione diretta sono cresciuti del 10% in Italia e India, dal 16% in Messico, dell’11% in Germania e del 9% in Grecia. E la sfida, in un Paese come l’India, è di raddoppiare in ricavi in 3-5 anni. Il piano triennale di investimenti prevede 50/60 milioni di euro all’anno: “Oggi non portiamo debiti, abbiamo una generazione di cassa positiva e siamo capaci di pagare da soli il piano di investimenti”, conclude Airoldi.