La crisi della nautica sconvolge anche gli assetti di Ucina, l’associazione confindustriale del settore. Alla vigilia dell’assemblea convocata per domani per l’elezione del nuovo presidente (dopo l’addio a gennaio di Massimo Perotti), dieci aziende hanno deciso di uscire dall’ente affermando di non sentirsi rappresentate. Un colpo duro ad Ucina, sottolinea l’ente in una nota ufficiale in cui annuncia che Lamberto Tacoli ha ritirato la candidatura alla presidenza. Le dieci aziende sono: Apreamare, Arcadia Yachts, Azimut Benetti, Baia, CRN, Ferrettigroup, Maltese S.p.a., Marina di Varazze, Mase Generators, Salpa. Ucina ricorda che il Consiglio Direttivo dell’associazione aveva raccolto tramite i Saggi le manifestazioni di voto dei Soci che si erano espressi per il 70% a favore di Carla Demaria (Montecarlo Yachts) e per il 15% a favore di Lamberto Tacoli, del gruppo Crn (15%). Ciò nonostante aveva deciso di presentare le due candidature all’assemblea. L’associazione, che raccoglie 340 aziende con un totale di oltre 8 mila dipendenti, si dice “certa che i tanti imprenditori che operano nel mondo della nautica e che hanno confermato la loro partecipazione all’Assemblea del 27 marzo, saranno in grado di superare questa situazione con compattezza per consentire alla loro associazione di categoria di continuare ad assicurare la necessaria rappresentatività e di essere l’autorevole interlocutore, a livello nazionale ed internazionale, degli interessi generali della nautica italiana”. Confermata poi l’intenzione di proseguire regolarmente l’organizzazione del Salone Nautico 2015 dopo che rumors di stampa di questi giorni davano invece per incerta la prossima edizione.