Il marchio per eccellenza del cappello made in Italy, Borsalino, ha chiesto il concordato preventivo al Tribunale di Alessandria. La richiesta, secondo quanto riportato da la Stampa, risale a un paio di settimane fa. Secondo quanto ricostruito dal giornale, le difficoltà di Borsalino sono riconducibili principalmente alle vicende del finanziere d’assalto Marco Marenco. Quest’ultimo è socio di maggioranza della storica azienda, attraverso la Fisi e la Finind (commissariata per bancarotta), rispettivamente al 50,45% al 17,47% del cappellificio. Marenco, che pare sia latitante all’estero, è al centro da mesi di un crac stimato in 3 miliardi di euro.
Secondo la Stampa, il cda del gruppo, composto da Marco Moccia, Francesco Canepa e Raffaele Grimaldi, ha avanzato la richiesta di concordato preventivo per “consentire – cita il quotidiano – la ristrutturazione dei debiti e la soddisfazione dei crediti”. Ma potrebbe anche portare a uno “scenario alternativo di natura liquidatoria, insomma il fallimento”.
La scorsa estate, Borsalino aveva varato una ricapitalizzazione per ritrovare un equilibrio patrimoniale. Evidentemente, la difficile situazione societaria aveva influito negativamente sui conti del 2013, chiuso con un pesante passivo.