Gennaio gelato per l’export made in Italy. La crisi russa e gli effetti del crollo del petrolio frenano le esportazioni italiane nei Paesi extra Ue, e solo la volata degli Usa è riuscita ad arginare il trend negativo. E’ questa la fotografia scattata dall’Istat che ha preso in considerazione le esportazioni extra Ue di tutte le categorie merceologiche nel mese di gennaio 2015. Secondo i dati raccolti, i flussi commerciali sono diminuiti del 2,4% rispetto al mese precedente e del 3,5% rispetto a un anno prima. In calo anche le importazioni (-0,4%) rispetto a dicembre 2014.
Entrando nel dettaglio dei dati, tra i principali mercati di sbocco extra Ue gli Stati Uniti sono l’unico bacino in forte espansione (+24,4%), mentre Russia (-36,7%), Paesi Mercosur ovvero America Latina (-24,0%), Paesi Asean (sigla che sta a indicare Indonesia, Malesia, Filippine, Singapore, Thailandia, Brunei, Vietnam, Laos, Birmania e Cambogia, in calo del -12,8%) e Giappone (-12,7%) presentano una marcata contrazione.
Tra gli altri Paesi, la Turchia registra una crescita contenuta (+0,7%), mentre Cina (-7,7%), Paesi Opec (-6,4%) e Svizzera (-1,4%) sono in flessione. Crollano anche le importazioni dalla Russia (-40,2%) e dai Paesi Opec (-23,3%) a fronte invece di un exploit dagli Stati Uniti (+15,6%) e Paesi Mercosur (+13,9%).
Il segmento abbigliamento, oltre al food colpito dalle sanzioni Ue, è stato uno settori che hanno risentito in modo più significativo della crisi in Russia. Secondo gli ultimi dati disponibili raccolti da Smi nei primi dieci mesi del 2014, l’export italiano verso il Paese è crollato dell’11,5 per cento.