C’è nell’aria una nuova maniera di intendere il maschile e il femminile nella moda. Non si parla di unisex e nemmeno di derive omosessuali o dandy. Quello che si è respirato sulle passerella dedicate all’abbigliamento maschile dei prossimi freddi è una armonia tra i due generi, una sorta di parità di genere, che ancora non si era registrata a questi livelli. Effetto delle contaminazioni, della volontà di attenuare eccessi e differenze, o forse conseguenza di una necessità di mercato delle linee in rosa, la donna e l’uomo si sono ‘ritrovati’ anche sulla pedana di Milano. Riproponendo un trend già sperimentato nelle giornate precedenti a Londra (vedi Katie Eary, Moschino e Sibling).
Lo si è visto bene da Gucci, per esempio, dove è andato in scena l’azzeramento di genere, con le due metà del cielo che indossano capi diversi, ma che hanno in comune un’unica voglia di uno stile essenziale, un po’ da uniforme, semplice ed elegante.
Questa duttilità di genere c’era anche da Giorgio Armani, dove lui porta con la stessa disinvoltura di lei la giacca di jersey e il velluto morbido. Ma guai a ridicolizzare la virilità.
Da Prada è bastato contare i modelli scelti per il defilé: 30 ragazzi e 20 ragazze. Ma le signorine si sono viste anche da Costume National e da N21.
Mischiare i codici e condividerli non è solo la tendenza delle nuove generazioni, ma anche quella espressa dal mercato, che sempre di più sembra preferire un’eleganza senza fronzoli.