“La mia vita è un sogno”: è questo l’esordio telefonico di Franco Zanellato, proprietario dell’azienda vicentina che ha basato la propria fortuna su un solo prodotto. Raggiunto da Pambianconews, l’imprenditore ha motivato così la sua affermazione: “A volte mi sembra incredibile aver raggiunto così tanti traguardi a soli tre anni dal lancio della Postina”. La Postina è la borsa di punta del marchio, anzi verrebbe da dire la sola, visto che è stata affiancata in collezione soltanto lo scorso giugno, quando ha debuttato la nuova it-bag del marchio, la Nina Zanellato.
E, nel 2015, il marchio mette nel mirino anche il debutto nel retail. Infatti, Zanellato svela a Pambianconews di ambire a inaugurare il primo monomarca nella storia del brand entro la fine del prossimo anno. “Vorremmo aprire il primo flagship nel centro di Milano, e far seguire a questa apertura l’inaugurazione di un secondo store in Corea, nel distretto dello shopping di Gangnam, a Seul”. Attualmente, il marchio, le cui vendite provengono per il 55% dal mercato italiano, è distribuito in 100 punti vendita selezionati nel nostro Paese, e conta tra i mercati più importanti la Corea, il Giappone, l’Austria e la Germania. “C’è ancora moltissimo da fare e l’obiettivo è di crescere in Europa”, spiega l’imprenditore.
Padre guantaio, azienda di famiglia produttrice negli anni 70 e 80 di guanti di altissima gamma, Franco Zanellato inizia sin da giovane a maneggiare le pelli. Complice la zona in cui il business ha sede, quella del distretto conciario di Arzignano, uno dei poli più importanti nel suo genere, a 15 chilometri da Vicenza. La società diventa produttrice terzista della pelletteria di Henry Cotton’s e allarga la propria offerta a berretti, cinture e borse da uomo, queste ultime prodotte anche a marchio proprio.
Poi, nel 2011, la svolta, complice anche la crisi della pelletteria ‘al maschile’: l’idea di lanciare un modello di borsa da donna e di fondare su di essa l’intera azienda. “Mi sono ispirato a Swatch e a Smart e ho creato un monoprodotto declinato in multicromia”, afferma Zanellato. I piccoli segreti del mestiere imparati in gioventù gli vengono in aiuto, l’esperienza come portalettere durante la leva militare fa il resto: nel 2011 l’imprenditore registra il marchio Postina.
In tre anni le vendite si sono moltiplicate: il fatturato, che alla fine del primo anno dal lancio si aggirava intorno al milione e 300mila euro, si stima che entro il 2014 possa toccare i 7 milioni (contro i 4,7 milioni dello scorso anno). E a testimonianza del successo, le diverse cause penali in corso (e quelle vinte, “la maggioranza in extra-giudiziale”) contro le copie della Postina. “Siamo stati costretti a creare un ufficio brand protection interno per contrastare questo fenomeno”, spiega Zanellato.
L’obiettivo, per il prossimo anno, è “avere un contatto personale con le nostre clienti, grazie all’apertura dei negozi diretti” e il consolidamento sui mercati già presidiati, “primo tra tutti la Corea, dove contiamo di aumentare gli attuali tre standing shop e i 14 corner”, conclude Zanellato.