Prendere parte a un’asta internazionale richiede – oltre a un discreto conto bancario – preparazione, intuito e qualche sacrificio. Fino a qualche tempo fa era necessario rimandare riunioni di lavoro, pianificare vacanze o ingaggiare una baby sitter full time pur di presenziare alla vendita dei lotti. Oggi non è più fondamentale volare a New York, Londra o Dubai per accaparrarsi l’oggetto dei propri desideri. Si può concorrere all’acquisto di un oggetto di valore restando in vestaglia e pantofole seduti alla propria scrivania. Basta cliccare un “buy button”, o meglio, un “offer button”.
Ma attenzione, evitate touchscreen troppo sensibili: sfiorare il tasto sbagliato, finisce per costare caro. Pur non udendo il colpo del martelletto seguito dal fatidico “AGGIUDICATO!”, si parla comunque di oggetti che possono portare la firma di Picasso, di collane di zirconi appartenute a Liz Taylor, di prime edizioni di “Uno, nessuno e centomila” o delle locandine di “Star Wars” del 1977. La moda non resta certo a guardare. Sempre più spesso vengono organizzate aste dedicate soprattutto a borse e accessori in pelle (più resistenti dei tessuti). E i prezzi non sono più accessibili dei gioielli della regina.
Si è disposti a spendere decine di migliaia di dollari pur di possedere it bag del passato firmate Chanel, Louis Vuitton, Dior e, soprattutto e prima di tutti, Hermés. Queste maison del lusso detengono il primato delle offerte più alte nelle numerose aste specializzate in borse di nappa, coccodrillo, struzzo, cervo e altre categorie zoomorfe. Si tratta quasi sempre di limited edition, collezioni speciali, serie numerate e qualche rarissimo, introvabile, preziosissimo pezzo unico.
C’è tempo fino all’1 ottobre per riuscire ad aggiudicarsi gli items messi in vendita dalla prestigiosa case d’aste Christie’s che per l’occasione ha ideato una sezione speciale all’interno del proprio sito web. Tra le dozzine di modelli spiccano una Birkin Hermès in struzzo rosa shocking che è già a quota 12mila euro, mentre una Kelly Hermès in pelle e vimini ha raggiunto i 28mila euro. Oltre a numerose Chanel c’è persino una borsa Gucci con manico in bambù degli anni 70 (per ora ferma a 760 euro). Ogni lotto viene presentato con immagini in alta risoluzione corredate da minuziose descrizioni. Una volta puntato l’oggetto dei propri desideri non resta che fare un’offerta. Come?
Innanzi tutto, iscrivendosi al sito web e accettando senza obiezioni le condizioni di vendita. Spesso si tratta di costi relativi alla spedizione e alla possibilità di versare una percentuale aggiuntiva alla casa d’aste (il cosiddetto buyer’s premium). Viene inoltre fissata la data della consegna tenendo conto delle varie dogane internazionali. Per facilitare i clienti molte case d’aste traducono i contratti di vendita in inglese, francese, spagnolo, russo, giapponese e cinese. L’unica modalità di pagamento ammessa è la carta di credito. È inoltre possibile fissare un tetto massimo di offerta (vedi mai, il pericoloso touchscreen), superato il quale una mail avvisa prontamente che qualcun altro sta per aggiudicarsi l’agognato bauletto Louis Vuitton del 1998. Christie’s mette inoltre a disposizione un customer service telefonico e un indirizzo mail per fornire ulteriori informazioni al fine di sciogliere qualsiasi dubbio.
Se amate la moda e le emozioni forti, poi, c’è anche qualcosa di più ‘spericolato’. Per quanto rilevanti, infatti, le cifre dei prodotti presentati da Christie’s vengono eclissate dal sito Heritage Auctions. È qui che, nel 2011, si è svolta un’asta che fa tuttora discutere i forum di fashion victim di tutto il mondo.
Hermès Exceptional Shiny Rouge H Porosus Crocodile Birkin Bag with Solid 18K White Gold & Diamond Hardware. Questo il nome completo della borsa venduta al prezzo record di 203,150 dollari. Una Birkin in coccodrillo rosso con chiusura in oro e diamanti incastonati che è entrata di diritto nella storia della moda (e dei fashion forum). La rete ha ricominciato a scalpitare quando pochi giorni fa Heritage Auctions ha cercato di superare il suo stesso record proponendo un’altra Birkin Hermès con chiusura in oro e diamanti, ma stavolta in pelle di coccodrillo dell’Himalaya.
Risultato? Sembra che la crisi economica abbia raggiunto anche i conti svizzeri dei collezionisti milionari. La borsa è stata sì venduta, ma alla modica cifra di soli 185mila dollari. Saranno state le iettature dei coccodrilli himalayani?