Sfiora la crescita a doppia cifra nel 2013 Arena, il marchio di swimwear e accessori per il nuoto creato nel ‘73 in Germania dal figlio del fondatore di Adidas e acquisito dopo pochi anni dal distributore italiano che ne ha trasferito la sede a Tolentino, nelle Marche. Lo scorso anno l’azienda, che dal ’99 è passata di mano a diversi fondi, da ultimo lo svizzero Capvis il quale pochi mesi fa l’ha rilevata dallo statunitense Riverside, ha registrato un fatturato globale di circa 400 milioni di euro, di cui il 40% realizzato in 11 Paesi dell’Asia (dove il marchio fa capo ed è gestito dal distributore locale, il gruppo Descente) e per il restante 60% dall’azienda di base nelle Marche, che opera in più di 100 Paesi con filiali dirette in Francia, Germania e negli Usa.
“Da sottolineare – racconta a Pambianconews Enrico Maria Tricarico, direttore generale di Arena Italia, dopo aver salutato la tuffatrice Tania Cagnotto, una dei tanti professionisti testimonial del brand intervenuta a Milano alla presentazione delle nuove collezioni – il ritorno alla crescita in Italia (+4%), nostro primo mercato, come singolo Paese, con 50 milioni di euro di ricavi. Una crescita controcorrente rispetto al mercato dello swimwear, in calo dell’11%. Abbiamo anche accelerato negli Usa, dove come in tutto il mondo anglosassone il leader è il nostro competitor Speedo, cui siamo riusciti a ‘soffiare’ la sponsorizzazione del team americano di nuoto”. L’obiettivo di Arena, in cinque anni, è proprio di superare Speedo toccando quota 500 milioni di euro di ricavi, mentre per il 2014 si attende una crescita globale superiore al 10% e un consolidamento del risultato 2013 in Italia.
“Stiamo portando avanti le due anime del nostro business – prosegue Tricarico – quella iper-tecnologica destinata agli atleti, che pesa per meno del 10% del fatturato ma è molto importante a livello di immagine, e quella rivolta ai consumatori ‘normali’. Vogliamo riavvicinare questo tipo di consumatori al brand, perciò abbiamo messo in campo progetti come quello charity con l’Ail, l’Associazione italiana contro le leucemie. Infine, visto il successo ottenuto in passato dalla linea con Dirk Bikkembergs, non escludiamo in futuro di ripetere questo tipo di collaborazioni ‘fashion’”.